Juventus-Inter, maledizione trasferta: Conte chiamato all’impresa
I precedenti che portano a Juventus-Inter di domani – sfida valevole per la semifinale di ritorno della Coppa Italia in programma allo Juventus Stadium di Torino – non sono favorevoli (eufemismo) alla squadra di Antonio Conte, che sarà a chiamato a fare una vera e propria impresa (QUI le sue parole della vigilia)
MALEDIZIONE – Se dovessimo definire gli ultimi anni di Juventus-Inter, potremmo tranquillamente usare la parola “maledizione”. Perché di questo – andando ad analizzare gli ultimi precedenti – sembra trattarsi, considerando che sono passati otto anni e mezzo dall’ultima vittoria in trasferta per i nerazzurri (la prima, unica e ultima allo Stadium). Una notte indimenticabile, quando la squadra allora allenata da Andrea Stramaccioni rimontò da un 1-0 in netto fuorigioco (dell’ora nerazzurro Arturo Vidal), conquistando uno storico 1-3 grazie alle reti di Diego Milito (doppietta) e Rodrigo Palacio. Storico, perché si trattò della prima sconfitta casalinga per i bianconeri nel nuovo stadio. Da allora, però, le cose sono nettamente precipitate.
NUMERI IMPIETOSI – Dopo quel Juventus-Inter del novembre 2012, sono infatti arrivate sei sconfitte e due pareggi. Il tutto a fronte di soli cinque gol fatti (l’ultimo nel gennaio 2015, firmato Mauro Icardi) e ben 14 subiti. È chiaro che, a fronte di questi numeri, la trasferta di domani non si presenta certamente nel migliore dei modi. Antonio Conte sarà chiamato a una vera e propria impresa da “pazza Inter”.
QUALIFICAZIONE – Visti i precedenti, Juventus-Inter di domani sarà importantissima per capire quanto sia migliorata negli ultimi anni la squadra nerazzurra. La qualificazione sarà tutt’altro che semplice, considerando che saranno necessari almeno due gol su un campo dove l’ultimo è arrivato ben sei anni fa. È anche vero, però, che le maledizioni esistono per essere spezzate. Proprio venerdì, contro la Fiorentina, è arrivata la vittoria su un campo dove non si raccoglievano i tre punti dal lontano 2014. Ora è il momento di cancellare un altro tabù.