Inter, col Milan differenza offensiva inaccettabile tra i due tempi
Inter-Milan ha visto un cambiamento netto tra i due tempi di gioco. Gli uomini di Inzaghi nella seconda frazione hanno smesso di essere pericolosi. C’è un dato che lo mostra: le conclusioni.
TEMPI DIVERSI – Inter-Milan è stata una partita divisa in due. In modo chiaro ed evidente. Il primo tempo è stato giocato dei nerazzurri con un certo atteggiamento. Possesso palla, ma soprattutto piglio offensivo. Voglia di arrivare in area avversaria, creare pericoli con più giocatori. Banalmente cercare conclusioni. Non a caso il migliore è stato il portiere rossonero Maignan. Poi però è arrivata la pausa. E il secondo tempo ha visto una squadra diversa.
NESSUN PERICOLO – L’Inter si è come addormentata. Lasciare il pallone al Milan è stata una scelta. Che ci può stare, sia chiaro. Il problema è che bisogna mantenere un’idea offensiva. La squadra puntava a far salire i rossoneri per colpire in ripartenza. Ma i contropiedi, che ci sono stati, sono stati gestiti quasi più per perdere tempo che per arrivare effettivamente al secondo gol. Un atteggiamento inacettabile. Soprattutto in un derby, con in palio punti pensanti.
ARRIVARE ALLA CONCLUSIONE – C’è un dato che illustra la differenza tra i due tempi. In modo impietoso. Gli uomini di Inzaghi hanno prodotto in totale 11 tiri, di cui 5 in porta. Di questi 9 sono arrivati nel primo tempo. Compresi tutti e 5 quelli nello specchio. Il conto è semplice. Nel secondo tempo 2 conclusioni. In una partita in totale controllo. Nessun pericolo creato. Forse perché troppo sicuri che un altro gol sarebbe arrivato, come per diritto divino dopo un primo tempo giocato ad alto livello. L’Inter nei cinque minuti dal 75esimo all’80esimo ha pagato a carissimo prezzo un atteggiamento di sufficienza inspiegabile. L’obiettivo del calcio è fare gol. L’Inter se lo è dimenticato.