Conte ha voluto la panchina lunga, ma non sembra volerla sfruttare
Antonio Conte ha voluto un mercato finalizzato ad aumentare la profondità della panchina dell’Inter. Eppure le sue scelte nel secondo tempo di Real Madrid-Inter cozzano.
ALLUNGARE – Più volte, nel corso della passata stagione, Antonio Conte lamentava la penuria di risorse dalla panchina. Provare a cambiare il corso di una partita con i cambi era possibilità rara, motivo per cui il diktat del mercato estivo era chiaro. Innestare esperienza e alternative nel motore di una rosa arrivato a fine stagione con pochi giri. E anche per questo motivo la permanenza di un giocatore come Radja Nainggolan è stata presa a cuor leggero. Sebbene non più titolare, il belga può funzionare bene nell’ultimo quarto d’ora di gara. O forse no, a giudicare dalla sua prestazione di ieri a Madrid (dove è subentrato all’87’).
INSPIEGABILE – I benefici di una panchina più lunga si sono visti già alla prima gara stagionale. Agevolato anche dalla confermata regola dei 5 cambi a disposizione, contro la Fiorentina Conte ha ribaltato squadra e partita. E decisioni simili erano attese ieri sera, in un secondo tempo in cui l’Inter era riuscita ad annullare il doppio vantaggio del Real Madrid. Eppure le prime sostituzioni sono giunte solo al 78′, con Nicolò Barella e Ivan Perisic sostituiti da Roberto Gagliardini e Alexis Sanchez. E infine, l’ingresso di Nainggolan per Arturo Vidal a tre minuti dal termine. Scelte difficili da spiegare, sia per le tempistiche (primi cambi a poco più di dieci minuti dal termine) sia per gli uomini (il Nainggolan bistrattato nei giorni scorsi). Comprensibile la difficoltà di sostituire Romelu Lukaku, unicum nella rosa nerazzurra. Ma Conte è ora chiamato a modificare la lettura delle gare, sfruttando a pieno le risorse (che non mancano) a sua disposizione.