Chi nasce Cuadrado non muore interista a tutto tondo, cara Inter
Cuadrado in maglia Inter è un incubo per tanti tifosi interisti ma anche juventini. L’ex esterno destro della Juventus sceglie il mondo interista per continuare e probabilmente concludere la sua esperienza calcistica in Italia ma trascinando con sé mugugni e polemiche. Prevedibili…
PRO CUADRADO – Terminata l’era Maicon (2006-2012), rigorosamente in versione nerazzurra, in Italia non si è visto un esterno destro più decisivo con tale continuità. Il decennio di Juan Cuadrado (2012-2023), iniziato a Firenze e terminato a Torino con una semestrale breve parentesi fallimentare a Londra (Chelsea), si descrive da sé. Fare meglio dell’ex compagno di squadra Stephan Lichtsteiner (2008-2018), già numero due a destra tra Lazio e Juventus nel periodo Maicon, non era facile. Eppure il classe ’88 colombiano si è imposto con grandi numeri. Pochi infortuni, tanti gol (26 alla Fiorentina in due anni e mezzo, 26 alla Juventus in otto anni) e tantissimi assist (quasi il doppio delle reti, praticamente a ridosso di quota 100!). Elemento chiave anche nella Nazionale Colombiana, con la quale è secondo per numero di presenze alle spalle del capitano e portiere David Ospina, suo coetaneo. Cuadrado è senza dubbio affidabile. Molto.
Non tutti i parametri zero sono affari di calciomercato
CONTRO CUADRADO – La carriera ad alti livelli di Cuadrado, da attaccante-difensore trasformatosi in centrocampista a tutta fascia, non è mai stata in discussione. A essere in discussione sono tantissime altre cose, a partire dagli atteggiamenti in campo e fuori dal campo. In Serie A non esiste calciatore più “fastidioso” del 35enne colombiano, famoso per i suoi litigi e le simulazioni. Non è una critica ma un dato di fatto. Un marchio di fabbrica per Cuadrado, finora “protetto” dalla maglia bianconera e mai realmente messo di fronte alle proprie responsabilità anti-sportive (colpe, ndr). L’ultima perla è proprio contro l’Inter in Coppa Italia all’andata: prima il gol (il sesto in carriera), poi l’espulsione in coppia con Samir Handanovic a partita finita dopo il rigore segnato da Romelu Lukaku (espulso post-esultanza). Corsi e ricorsi storici che fanno molta paura in questo periodo. Cuadrado è quanto di più lontano dal mondo Inter per stile. Oggettivo.
Cuadrado e Inter più distanti che mai
AZZARDO CONTRO LA STORIA – Ridursi a parlare di Cuadrado come calciatore non serve. Cuadrado è il tipico personaggio da descrivere a 360°. Così come non ci sono dubbi sul fatto che sia un elemento prezioso in rosa, tra i più importati del lustro d’oro (2015-2020) con ben dieci trofei nazionali, non ci sono dubbi sul suo DNA da antieroe calcistico. Cerchi un idolo? Cuadrado non è interessato al ruolo, perché preferisce quello più scomodo. Il passaggio dalla Fiorentina alla Juventus “ammorbidito” solo dalla tappa Chelsea è significativo. Accettare l’Inter dopo otto anni di Juventus e soprattutto di juventinità è la ciliegina sulla torta di una carriera da anti-idolo per eccellenza. Per fare un paragone calzante, è come se il coetaneo Danilo D’Ambrosio, oggi svincolato dopo aver indossato anche la fascia di capitano all’Inter oltre a quella del Torino, firmasse per la Juventus a parametro zero. Il concetto di “tradimento” non basterebbe per descriverlo. L’incuranza di Cuadrado nello sposare il progetto Inter dopo otto anni di Juvenuts è emblematica. E non c’entra nulla con Lukaku, che è da sempre idolo solo di se stesso. Nessuna vendetta post-tradimento eh. Cuadrado rappresenta meglio di tutti l’ultimo decennio juventino.
La scelta nerazzurra dell’usato sicuro per completare
QUESTIONE DI MOTIVAZIONE – Tornando al nocciolo della questione, ciò che preoccupa maggiormente è un’altra cosa. Ed è una cosa diventata ormai consuetudine all’Inter. Non il dover virare sull’ex bianconero Cuadrado, bensì il pensare di accogliere un (altro) 35enne a fine carriera per ipotizzare un miglioramento in rosa. Sperando alla fine che sia davvero l’erede della riserva Raoul Bellanova e non il “paracadute” per il titolare Denzel Dumfries, che è da sempre uomo-mercato per l’Inter. La mancanza di idee calcistiche, nomi sul taccuino e soldi in cassa per investire su un giovane esterno destro da lanciare, far maturare e valorizzare negli anni continua a essere utopia per l’Inter. Poco scouting ambizioso, troppo usato sicuro. E la speranza che Cuadrado sia una garanzia a destra sulla scia del coetaneo Francesco Acerbi in difesa oggi vale come un azzardo. Un’operazione sull’asse Juventus-Inter riconducibile alla figura di Arturo Vidal ma moltiplicata per due: il doppio degli anni a Torino e nemmeno la tappa intermedia a fare da stacco. L’Inter continua il suo disegno anticonvenzionale sfidando anche i suoi tifosi: chi nasce Cuadrado non muore interista a tutto tondo. E in attesa che sia il campo a parlare, l’Inter deve inventarsi una storia (più) credibile per giustificare come affare una mossa simile anti-tutto.