Udinese-Inter: Inzaghi prepara bene tutto, poi l’1-2 affretta le (troppe) modifiche
Udinese-Inter vale come reazione parziale dopo il passo falso di Bologna. L’1-2 finale firmato Perisic e Lautaro Martinez (dopo il rigore sbagliato) mette in evidenza pregi e difetti della squadra di Inzaghi, che approccia bene ma cala alla distanza. E i cambi dalla panchina non sono di grande aiuto alla causa. Di seguito l’analisi tattica di Udinese-Inter in Serie A
Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi
FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Inzaghi per affrontare l’Udinese in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, F. Dimarco; Darmian, Barella, Brozovic, Gagliardini, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.
In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita
HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 12′ ennesimo stacco perfetto di Perisic sul primo palo su calcio d’angolo battuto da Dimarco dalla sinistra (0-1). Poi al 39′ Lautaro Martinez raddoppia di testa ribadendo in rete la palla dopo il rigore – assegnato dal VAR per fallo su Dzeko – calciato sul palo e fortunatamente sfiorato da Silvestri (0-2). Nel secondo tempo, al 72′ Pussetto appoggia in rete da due passi l’assist di Udogie da sinistra, successiva alla parata di Handanovic sulla bella punizione di Deulofeu (1-2). Infine, al 78′ Vidal segna un bel gol in contropiede, peccato che sia in netto fuorigioco sull’assist frettoloso di Correa, che sbaglia i tempi.
MODIFICHE – Nella ripresa, sull’1-2, al 74′ arriva il triplo cambio dell’Inter: fuori Gagliardini, Dzeko e Lautaro Martinez, dentro Vidal, Sanchez e Correa. Tripla staffetta con cambio del tandem offensivo. Al 77′ il quarto cambio di Inzaghi: fuori Dimarco, dentro D’Ambrosio. Proprio come a Bologna, l’italiano si posiziona nel ruolo di terzo destro con Skriniar dirottato sul centro-sinistra per il finale. All’90′ ecco il quinto cambio nerazzurro: fuori Barella, dentro Vecino. Decisione obbligata nel ruolo di mezzala destra dopo l’infortunio dell’italiano per arrivare al triplice fischio finale (come da immagine sotto allegata, ndr).
Player Analysis: il singolo decisivo in Udinese-Inter visto ai raggi X
PROTAGONISTA – Ormai è anche inutile ripeterlo, sta portando avanti la carretta da solo: Perisic. I compagni si prendono delle pause, più o meno giustificate, il numero 14 croato no. Sulla sinistra è un treno. E sui calci piazzati è una certezza, con i tempi giusti per segnare di testa. Ennesima prestazione da migliore in campo (vedi pagelle di Udinese-Inter), nettamente. E quindi bisogna ricordare un dettaglio: il rinnovo? Il tempo passa e i rischi aumentano. Unico.
Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Udinese-Inter
COMMENTO – A Udine si rivede l’Inter tatticamente nella sua miglior versione. Un terzo di spinta in difesa (Dimarco), così come i due quinti di centrocampo altissimi, mentre i tre mediani ruotano continuamente e anche le punte si interscambiano la posizione. Inzaghi prepara al meglio la partita. Funziona tutto bene eccetto un dettaglio non da poco: la precisione sotto porta. Dopo aver visto gli errori del Milan contro la Fiorentina, da Lautaro Martinez e soprattutto Dzeko ci si sarebbe aspettata più cattiveria sotto porta. Così non è stato. Il primo tempo viene condotto con maturità e tranquillità. Ottimi gli scambi e le sovrapposizioni, sebbene ci siano assenti illustri (Calhanoglu e Dumfries su tutti). Il calo, che poi si trasforma in crollo, arriva dopo un’ora di gioco. Inzaghi temporeggia prima di mettere mano alla sua squadra, ma quando lo fa è preso da una certa frenesia. Il triplo cambio di Inzaghi dopo il gol dell’Udinese è un campanello d’allarme: dentro subito tante forze fresche che non c’entrano nulla con i titolari uscenti. Sull’1-2 contano solo i tre punti, quindi ecco – subito – anche D’Ambrosio anziché Gosens. E alla fine il risultato, meritato, arriva senza altri rischi. Giocando così, magari evitando le dormite collettive in difesa, si possono portare a casa altri nove punti in Serie A: bisogna usare la testa, adesso.
OSSERVAZIONE – Le argomentazioni possibili dopo Udinese-Inter sono due. Una pre-partita e una post-partita. Innanzitutto: non era facile vincere a Udine dopo l’1-0 di Milan-Fiorentina. Non è una frase fatta ma la realtà. A livello psicologico, la vittoria rossonera all’82’ avrebbe potuto tranquillamente generare un blackout al gruppo nerazzurro prima di scendere in campo. Non è successo ed è un bene. Perché ora, giocando prima (venerdì contro l’Empoli), i ruoli possono invertirsi: l’Inter ha l’ultimo jolly per tornare momentaneamente in vetta solitaria e obbligare il Milan a vincere, sotto pressione, a Verona. In aggiunta: la prestazione dell’Inter a Udine è esattamente quella che sarebbe servita a Bologna. Vai in vantaggio nel primo tempo (sempre con Perisic…) e cerchi il raddoppio prima dell’intervallo. In ogni caso, pur senza trovarlo e subendo il gol avversario nella ripresa (al di là dell’erroraccio di Radu), se Bologna-Inter finisce 1-1 non è poi un dramma. Essere a -1 con gli scontri diretti a sfavore oppure a -2 cambia tantissimo a tre giornate dalla fine. Il Milan ha ancora il jolly del pareggio da giocarsi, l’Inter deve vincerle tutte e sperare che i rossoneri facciano almeno un passo falso da KO. Difficile ma negli ultimi 270′ più recupero tutto può succedere. Una cosa è certa: l’Inter di Inzaghi ce la metterà tutta per farsi perdonare. Ora testa all’Empoli, poi solo alla Finale di Coppa Italia contro la Juventus.