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Moratti: «Inter, gioia e cruccio più grandi. Stadio San Siro? Dico questo»

Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ha parlato del suo passato della squadra di Simone Inzaghi, del passato da patron, San Siro (e non solo).

INTER PIÙ BELLE – Queste le parole al canale YouTube di QSVS da parte dell’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti (vedi la prima parte e la seconda parte). «Ci sono state Inter più belle rispetto a quella di Simone Inzaghi? Ci sono state anche Inter dei tedeschi. Di caratteristiche sono assolutamente diverse tra le varie Inter. Devo dire che sono tutte esaltanti comunque. Mi ricordo l’Inter di Picchi, di Suarez e così via. Ed era una squadra che mi faceva impazzire per il suo carattere, per il tipo di gioco. Il gioco di Herrera era un gioco strepitoso. In tre passaggi arrivava in porta, quindi fantastico. Però era totalmente diversa l’idea di gioco di quell’Inter. Ogni squadra ha espresso un gioco diverso. Questo è un gioco piacevole».

GIOCATORE – Moratti ha continuato. «Un giocatore che mi cattura l’occhio in giro? Gli attaccanti sono certamente quelli che mi catturano di più. Vlahovic bisogna vedere se continua a crescere allo stesso livello. La forza fisica ce l’ha. Haaland è fortissimo. Poi gli altri sono quelli che conosciamo, sono quelli del PSG».

SAN SIRO – Moratti sul nuovo stadio. «Tenere San Siro come monumento storico? No, non lo dico. Io dico si rimane a San Siro a giocare. Non rimaniamo lì a girarci intorno. La posizione mia e quella di tanti credo che sia quella di dire San Siro è un bellissimo stadio, si gioca bene, ci si va volentieri. Perché cambiare? Però questo è un discorso forse molto superficiale perché io non so gli obiettivi, i conti, i livelli di interessi che possano essere in questa operazione. E quindi diciamolo è una cosa che a loro rompe le scatole sentire».

GIOIA E CRUCCIO PIÙ GRANDI – Infine Moratti. «La più grande gioia e il più grande cruccio? La più grande gioia è certamente il Triplete perché è stato uno sforzo, un sacrificio da parte dei giocatori nell’atteggiamento. Grandissimo impegno di cui sono veramente riconoscente ai ragazzi e all’allenatore. Poi dopo parliamo di altri momenti belli. Io ho trovato molto interessante nel ’98, l’anno di Ronaldo, era una squadra molto simpatica che poi iniziava qualcosa che avrebbe dovuto durare tanto e poteva essere bellissimo. Ed è stata tagliata a metà. Però quello è stato un momento molto bello, di grande emozione, di gioia. Crucci? Tanti… a me è dispiaciuto quel fatto del ’98 per i giocatori. Avrei sperato che potessero avere qualcosa in più».

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