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Marotta ribadisce: «Inter, due finali merito anche di Inzaghi! Orgogliosi»

Marotta in collegamento video da Roma dove l’Inter mercoledì 24 maggio disputerà la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, intervistato da Sky Sport ha parlato dei meriti di Simone Inzaghi in questo finale di stagione, con obiettivi ancora in ballo.

ALTRA PENALIZZAZIONE – Beppe Marotta in breve esprime un commento riguardo la penalizzazione in casa bianconera: «Sentenza Juventus? Non entro nel merito di eventi giuridici, quindi giusto non pronunciarci. Per un’eventuale riforma della giustizia sportiva, credo che tutte le società siano d’accordo».

DUE FINALI – Marotta con estremo orgoglio commenta le due finali dell’Inter: «Due finali sono motivo di grandissimo orgoglio per la società e soprattutto per l’allenatore e giocatori che sono gli autentici protagonisti. Essere qui a Roma per disputare una finale di Coppa Italia ed essere ancora di più in finale di Champions League il prossimo 10 giugno nel torneo più importante di Europa, è altrettanto motivo di grande soddisfazione. Merito della squadra, della società e dell’allenatore. Come si marca Halaand? È un grandissimo giocatore, ma sono fiducioso nei nostri difensori perché sono veramente bravi».

MERITI – Grande merito della situazione attuale è del mister, lo ribadisce Marotta: «Inzaghi ha superato indenne il momento di difficoltà quando i risultati non venivano, ma questo fa parte del ruolo dell’allenatore. È anche la figura della società più esposta alle critiche e lui lo sapeva. È riuscito a risalire la china grazie a delle belle prestazioni. Oggi con grande merito è qui a guidare la squadra con tre appuntamenti importanti (Coppa Italia, Serie A e Champions League, ndr)».

STAGIONE ANOMALA, CONTINUA MAROTTA

STRESS AGONISTICO – Marotta conclude parlando della stagione anomala: «Nessuna squadra competitiva in due competizioni? Oggi tutti i giocatori sono sottoposti a uno stress agonistico che non è quello di una volta. Questa è un’annata che stiamo studiando perché anomala con il campionato Mondiale che si è inserito a metà stagione e ha in qualche modo distratto i giocatori protagonisti, con conseguenze traumatica o di gestione post-Mondiale diversa. Bisogna rispettare il calciatore in quanto uomo e professionista, e non sottoporlo a questo stress agonistico».

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