Primo Piano

Malagò: “Ripartenza calcio diritto e dovere indispensabile. Tempi…”

Malagò, presidente del CONI, è in collegamento da Roma per “Sportitalia Mercato”. Sulla ripartenza del calcio, tornando sulle sue dichiarazioni di ieri (vedi articolo), ha spiegato come sia favorevole al ritorno in campo, e che il piano B sia necessario.

PRECISAZIONEGiovanni Malagò, presidente del CONI, chiarisce: «Io non ho mai detto, e non ho nessun problema a essere smentito, di non aver sostenuto la tesi che il calcio non possa ripartire. Anzi, ho sempre sostenuto il contrario. Ho detto un’altra cosa, però, che non è assolutamente in contraddizione con il concetto che il calcio è un impresa. Ma chi è quel matto che, onestamente, può pensare e immaginare che un’impresa non si debba rimettere in modo? Questo è incosciente, soprattutto in considerazione dei numeri che tutti quanti conosciamo a memoria. In più c’è una componente sportiva che sappiamo quanto sia collegata a questo meraviglioso gioco, che in assoluto è il più amato del nostro paese».

RIPRESA – Malagò prosegue: «Ho sempre sostenuto un’altra cosa, questo non solo non lo nego ma lo confermo. Essendo proprio il calcio un’azienda del tutto atipica rispetto a qualsiasi altra, ed è anche una sua componente bella, ha delle dinamiche. Il calcio ha una molteplicità di individui che sono coinvolti in questa ripresa, per cui ho sempre detto che sia indispensabile il diritto e il dovere di ripartire. Ma attenzione: siccome questo è un Paese, nessuno escluso, dove nessuno sa quando a pieno si potrà svolgere un’attività, che sia una partita di calcio a porte chiuse con tutto il rispetto delle regole, quindi era altrettanto doveroso prevedere un’opzione alternativa. Un piano B credo sia una cosa che difficilmente possa essere smentita, perché se per un caso contrario non tutto potrà andare bene il problema diventerebbe insormontabile».

I TEMPI – A Malagò viene chiesto se ci sia differenza tra ripartire a giugno o a settembre: «Ripartire dopo l’estate? Sono onesto, non entro minimamente nel dettaglio se sia questo il piano B. È altrettanto, come dover ricominciare, ipotizzare che qualche cosa potrebbe non andare bene. Poteva essere preso in considerazione, non so se si farà in tempo. Per quanto riguarda il Governo ho imparato che è meglio non interpretare i pensieri di soggetti istituzionalmente diversi dal proprio. C’è, probabilmente, un po’ di letteratura giornalistica in questi giorni. Quello che è sicuro è che il Governo, anche in termini di opinione pubblica, ha qualche valutazione in più da fare. Che ci si debba muovere tutti assieme è una considerazione obbligata».

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