Analisi tattica Inter-Juventus (1-0): Inzaghi di corto muso obbligato
Analisi tattica di Inter-Juventus, terminata 1-0 grazie all’autogol di Gatti a San Siro. Un’altra vittoria di misura dopo Firenze di enorme valore per la squadra di Inzaghi, che tenta la prima fuga stagionale. Una (non) lezione di “corto muso” allegriano da allievo che supera il maestro. Di seguito la breve analisi tattica, a caldo, della partita giocata dall’Inter di Inzaghi in Serie A
PREPARAZIONE – Formazione non scontata, di più. L’Inter di Simone Inzaghi a San Siro è esattamente quella attesa da Massimiliano Allegri che, allo stesso modo, schiera la Juventus prevista. Un inizio senza pretattica che quasi spiazza. L’Inter ruota intorno all’asse formato da Francesco Acerbi e Hakan Calhanoglu, cioè il perno che guida i movimenti di braccetti, quinti e mezzali. L’intercambiabilità è alla base della costruzione della manovra nerazzurra, che predilige la fascia destra per via dell’iniziativa di Benjamin Pavard, superiore a quella di Alessandro Bastoni sulla sinistra, ma senza trovare il “raddoppio” di Matteo Darmian sullo stesso binario. L’Inter fa la partita contro una Juventus molto chiusa ma allo stesso tempo preparata nel ripartire rapidamente tagliando il campo in verticale. Senza sfruttare troppo le corsie laterali, però. È l’Inter ad allargare continuamente il gioco tanto a destra quanto a sinistra. E dell’insistenza arriva il traversone giusto di Nicolò Barella che, sporcato in acrobazia da Benjamin Pavard, si trasforma in assist per l’autogol di Federico Gatti nel tentativo di anticipare Marcus Thuram nell’area piccola. Paradossale: dove svariati tentativi, l’1-0 arriva nell’unica azione “imprecisa” nell’ultimo passaggio. Il catenaccio della Juventus deve snaturarsi rispetto alle idee di Allegri in seguito allo svantaggio ma è a quel punto che si vede tutta la qualità dell’Inter. Non solo nel palleggio. Alla solita difesa attenta si aggiunge la bravura nel ripartire subito all’attacco. La fascia sinistra diventa terra di potenziali conquiste, anche se Federico Dimarco non è sempre preciso nell’ultimo tocco, che sia cross o tiro. Il primo tempo di Inter-Juventus abbina una buona prestazione a un buon risultato: 1-0 meritatissimo ma non “pieno” come avrebbe voluto Inzaghi dominando la partita.
Analisi tattica Inter-Juventus: le mosse di Inzaghi
LETTURA – Nessuna modifica a inizio ripresa ed è la scelta più facile che possa fare Inzaghi. Tocca alla Juventus cambiare per recuperare terreno e risultato. Cambiamento che avviene solo al 66′ ma non basta. L’Inter gestisce con maturità il vantaggio, sapendo rallentare per addormentare la partita e – quando necessario – ripartire per provare a chiuderla. Il raddoppio non arriva per una serie di cause, che vanno dall’imprecisione sotto porta ai meriti della difesa bianconera. In particolare di Wojciech Szczesny, che può anche ringraziare il palo sulla conclusione dell’eccellente Calhanoglu. Il centrocampista turco è l’anima dell’Inter di Inzaghi ma non è l’unico valore aggiunto. Da sottolineare la prova di Pavard, senza dubbio il migliore in campo nella doppia fase difensiva-offensiva. Non si può dire lo stesso per la prestazione delle due punte, piuttosto fuori dal gioco ma non solo per colpe proprie. L’assetto difensivo della Juventus premia la densità in mezzo al campo, lasciando sia Lautaro Martinez sia Thuram nella “gabbia” bianconera. Al 73′ Inzaghi cambia i quinti, inserendo forze fresche sulle corsie laterali. Poi negli ultimi dieci minuti, tra il 77′ e l’89’, l’Inter si risistema con un avvicendamento in attacco e l’ingresso degli altri due olandesi. Altro segnale importante lanciato da Inzaghi, che preferisce gestire il vantaggio con la testa anziché con la corsa. L’intelligenza tattica di Stefan de Vrij e Davy Klaassen viene preferita al dinamismo e alla freschezza atletica di altri panchinari. Scelta per niente banale. La maturità dell’Inter espressa nella maniera più significativa: Inzaghi non ha paura di vincere “solo” 1-0 contro Allegri, anzi. Il risultato di Inter-Juventus è figlio soprattutto del “non calcio” di chi esce sconfitto da San Siro, tutt’altro che “corso muso” allegriano…
NB: Clicca qui per leggere anche l’analisi tattica sulle partite precedenti dell’Inter di Inzaghi.