Sticchi Damiani: “Serie A? La quarantena è nodo da sciogliere. Gravina…”
Sticchi Damiani parla della ripresa della Serie A, data quasi per certa dal presidente del CONI, Giovanni Malagò (vedi articolo). Il presidente del Lecce – intervenuto ai microfoni di “Maracanà”, su “TMW Radio” – pone dubbi sulla quarantena obbligatoria per tutta la squadra in caso di nuovi positivi. Di seguito le sue dichiarazioni
SCETTICISMO – Saverio Sticchi Damiani parte dall’ottimismo di Giovanni Malagò sulla ripresa della Serie A: «Ogni giorno si aggiunge un piccolo tassello verso la ripartenza. Non è facile pianificare tutto, ma oggi abbiamo una data finalmente. È evidente che lo snodo principale è il protocollo. È chiaro che si partirà con un ritiro, con un positivo che sarà valutato con parametri più prudenti, con la quarantena per l’intera squadra. Se tale prescrizione dovesse rimanere così, l’obbligo di quarantena crea un punto interrogativo sulla conclusione regolare di questo campionato. Non ci sarebbero infatti opportunità di recuperi. Se si fa una scelta come quella tedesca, con un positivo valutato come un infortunato, è chiaro che le prospettive di finire un torneo sono più realistiche. Far rimanere la regola della quarantena, farebbe nascere anche il prossimo torneo con una grande incertezza».
NODI – Per Sticchi Damiani il nodo da sciogliere è uno in particolare: «Il nodo da sciogliere è questo della quarantena. Anche Gabriele Gravina, in una comunicazione al presidente Giuseppe Conte, ha detto che si partirà con i ritiri e con questa formula, ma si auspica l’allargamento delle maglie. Poi ci sono anche altri nodi, come quello dei contratti. Nessuno sa cosa accadrà con quelli che scadono il 30 giugno. Va risolta la situazione prima della ripresa del campionato. C’è il rischio che le rose vengano stravolte. L’idea di iniziare e poi vedere è delicato. Dire ripartiamo, facciamo 2-3 partite e poi fermiamo tutto, vuol dire bloccare una macchina organizzativa grossa. Si devono avere scenari più chiari. E nel caso di blocco totale, si devono già decidere ora i vari scenari possibili. Come funzionerebbero i ritiri? Credo che sia impensabile una sorta di ritiro permanente. Il nodo è proprio questo. In attesa di un vaccino, dobbiamo prendere una strada o più coraggiosa o più prudente».