Si alzi il sipario, Eriksen fa il suo ingresso alla Scala: che inizi lo spettacolo
Prima il teatro, ora la Scala del calcio: è finalmente il momento di Christan Eriksen. Dalla Danimarca, con tappa a Londra, il violino giusto per l’orchestra dell’Inter: si accendano le luci, si alzi il sipario. Che inizi lo spettacolo
LA NUOVA ORCHESTRA – L’orchestra sta già suonando da un po’. Tutto sembra funzionare bene. I musicisti sono professionisti esemplari: c’è applicazione, si eseguono alla lettera le indicazioni del direttore. Il pubblico è soddisfatto: mai avrebbe pensato di trovarsi davanti a una rappresentazione di questo livello. Qualche passo falso, durante l’esecuzione, c’è stato. È vero. Ma il pubblico conosce l’orchestra che lo sta intrattenendo, sa quali sono state le rappresentazioni degli ultimi anni. C’è soddisfazione, merito anche di qualche nuovo elemento.
NUOVI – C’è un belga, per esempio, che con il contrabbasso trascina tutti. E si sente, eccome se si sente. E poi c’è anche quel violoncello argentino: che bravo che è, con quella sua cadenza di tango qua e là. Pensare che l’anno scorso stava nelle retrovie. E del direttore vogliamo dire qualcosa? Ha in pugno l’orchestra, si scatena durante l’esecuzione. Si vede che ha in mano tutti i musicisti. Dal primo all’ultimo.
L’ESECUZIONE – Lo spartito è scritto ottimamente, viene eseguito alla perfezione. Però… C’è un “però” che aleggia tra il pubblico. Perché sì, la musica si basa su uno spartito. Ma la partitura va poi eseguita, e ogni esecuzione è diversa dalle altre. Lo diceva Roman Ingarden, filosofo nato a fine ‘800. Lo spartito è solo uno schema: ci sono degli spazi interpretativi da riempire. Da qualche minuto, l’orchestra sembra essere calata. Continua a eseguire bene, ma manca quel guizzo che dia imprevedibilità all’esecuzione. E il pubblico è un po’ distratto…
NUOVA VOCE – Si è sparsa la voce tra i presenti, infatti, che ci sia un nuovo violino in arrivo. Viene dalla Danimarca. E durante la sua esperienza a Londra si è fatto conoscere in giro per il mondo. Tanto che tutti i presenti lo conoscono bene. Il suo nome è Christian Eriksen. “Ma non è possibile, non verrà mai a suonare qui”. “Chissà quante orchestre più famose di questa lo vorranno!”. “Lui, qui, a metà rappresentazione? Ma non scherziamo”. Solo che la voce ha iniziato a diventare sempre più insistente. Al punto che esperti nel settore non hanno più avuto dubbi: arriverà. Ci vorrà ancora un po’, ma lo vedremo su quel palco. Euforia. Impazienza. Adrenalina. E intanto l’esecuzione continua.
L’INGRESSO – Pausa. Buio. L’orchestra si ferma. Il direttore, dopo uno sfogo finale, si tranquillizza. È lui. È davvero lui. Con il suo violino, Chrstian Eriksen fa il suo ingresso. Il pubblico non crede ancora ai suoi occhi. Il nuovo musicista prende posto nell’orchestra. “Chissà dove andrà”, si chiedono gli spettatori. Con passo deciso si muove verso la posizione numero 24. Nel pubblico c’è chi ci avrebbe scommesso. Solo un musicista speciale avrebbe potuto mettersi lì in questo momento. C’è chi ancora si sgrana gli occhi. Ma ora ci siamo: la musica sta per ripartire. Si accendano le luci, si alzi il sipario. E tutti insieme godiamoci lo spettacolo. La Scala ha un nuovo protagonista.
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— Inter (@Inter) January 28, 2020