Sconcerti: “Juventus-Inter, a tratti rivista squadra Spalletti! Eriksen…”
Il giornalista Mario Sconcerti ha scritto di Juventus-Inter, della prestazione della squadra di Antonio Conte e di Christian Eriksen sulle colonne del “Corriere della Sera”
PORTE CHIUSE – Queste le parole del giornalista Mario Sconcerti su Juventus-Inter a porte chiuse: “La prima impressione è che senza una buona mezzora nel primo tempo, spettatori si capisca meglio il calcio, come se il grido del pubblico distraesse. È una piccola constatazione d’emergenza, non un invito“.
INTER – Sconcerti quindi sulla prova dell’Inter: “L’Inter ha fatto una buona mezzora nel primo tempo, quando Vecino e Barella sono entrati in partita e Brozovic è rimasto senza avversari. È stata in quel periodo un’Inter profonda che arrivava sempre dentro l’area della Juve, ma non ha mai tirato. È stato assente Lukaku, caduto in una di quelle sue serate goffe. Si è dato da fare Lautaro ma con la convinzione addosso che non sarebbe mai andato lontano. Una buona Inter comunque, una squadra finalmente compiuta ma non all’altezza. A tratti si sono rivisti la bravura e i limiti dell’Inter di Spalletti. C’è stata poca qualità a centrocampo. Le due mezzali sanno fare solo una parte del grande compito pensato, l’altra, quella di qualità, resta inevasa. Non è un caso abbia aperto la gara Ramsey, mezzala di convinzione più che di ruolo, non raffinato, ma con gradi di bellezza sparsi su tutto il suo potenziale“.
Infine Sconcerti sulla sfida Lautaro Martinez-Paulo Dybala e sulla prestazione di Christian Eriksen: “Se Lautaro e Dybala erano in gara, ha stravinto Dybala. È uno dei pochi attaccanti a non aver bisogno della squadra, si aiuta da solo. Ma ad essere giusti, il riferimento più ampio non è Lautaro, è Eriksen. È lui che dovrebbe essere l’uomo in più come è stato Dybala. È stata quella la differenza più grande nel silenzio dello Stadium. L’impressione è che Eriksen non capisca dove stare, cosa fare e forse nemmeno in che tipo di avventura si trovi. È quasi spaventato di entrare nella gara. E Conte è quasi spaventato dal mandarlo in campo. Si riapre così non il campionato della Juve, ma la sua speranza di gioco. Perde centralità il progetto dell’Inter, come era accaduto lentamente anche prima del virus che ci isola tutti“.