Capuano: «Hakimi via dall’Inter non sarebbe progetto! Marotta, no cerino»
Hakimi, nel giovedì appena concluso, è stato accostato al PSG (vedi articolo). Il giornalista Giovanni Capuano, ospite di “Sportitalia Mercato”, è molto critico nei confronti dell’Inter e ritiene che Marotta non possa lasciarsi sfuggire il marocchino.
SCELTA INEVITABILE – Giovanni Capuano riepiloga la giornata appena conclusa in casa Inter: «In un aggettivo? Salvifica. Nel senso che, in qualche modo, Giuseppe Marotta ha rimediato in ventiquattro ore una situazione complicata e difficile da capire secondo un filo logico. Ha fatto una cosa che, nel calcio, si fa un po’ nelle segrete stanze: ha giocato a carte scoperte, se fosse andata male non avrebbe fatto una bella figura e si sarebbe trovato con un doppio problema. Invece con Simone Inzaghi gli è andata bene e l’Inter trova, fra le scelte del piano B, una che permette di ripartire e pensare da domani alla prossima stagione».
MOSSA ASTUTA – Capuano ritiene che la scelta sia giusta: «L’Inter non poteva permettersi di restare col cerino in mano. È andata al raddoppio su Massimiliano Allegri, ma era molto tardi, è andata al raddoppio su Inzaghi e alla fine ha avuto la meglio. È un allenatore che si è abituato, negli anni, a lavorare con quello che aveva a disposizione: non era facile, con Claudio Lotito e Igli Tare. Inzaghi, nelle sue categorie, ha dimostrato di poter vincere. La Lazio non è mai stata una squadra scudetto, l’anno scorso prima del lockdown sarebbe stato un qualcosa di straordinario. Alla fine, fra tutte le scelte che poteva fare Marotta, ha fatto l’unica con un senso dal punto di vista tecnico. Marotta non poteva essere quello col cerino in mano: il treno di Allegri era passato».
VIETATO SMANTELLARE! – Capuano critica alcune voci di mercato: «Vendendo Achraf Hakimi l’Inter farebbe un grande danno tecnico e, ammesso che trovi qualcuno entro il 30 giugno che dà cinquanta milioni, farebbe solo quindici milioni di euro di plusvalenza. Con Hakimi manderebbe via una colonna di questa squadra: non sarebbe né un progetto tecnico né economico».