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Berti: «Barella è il mio genio. Mi volevano Milan e Real Madrid»

Nicola Berti, ex giocatore e attuale ambasciatore globale dell’Inter, parla di Barella e dell’interesse che ebbero Milan e Real Madrid per lui.

SOGNO – Queste le parole da parte di Nicola Berti, ex centrocampista e attuale ambasciatore globale dell’Inter, nel corso di un’intervista rilasciata a GrandHotelCalciomercato.com. «Il mio sogno era l’Inter», ha messo subito in chiaro.

BARELLA – Quanto Berti non ha dubbi nemmeno su chi sia una sorta di suo erede nell’attuale squadra nerazzurra. «Barella è il mio genio. Mi rivedo in lui. Ho il suo numero e ogni tanto ci scambiamo qualche messaggio. Gli dico di andare a letto presto. Mi piace da morire, ha la stessa voglia che avevo io. Hai visto l’assist del secondo gol contro la Sampdoria? Voglio dire…».

RINNOVO – Berti ha quindi spiegato quando poteva finire la sua avventura in nerazzurro. «Nel 93/94 fui infortunato per gran parte della stagione. Rientrai solo alla fine, tra l’altro segnando dei gol fondamentali per la salvezza. L’Inter però aveva dei dubbi sul mio stato fisico, così aspettava a rinnovarmi il contratto in scadenza per l’estate. Fui convocato dalla Nazionale per i Mondiali negli Stati Uniti. Ed ero l’unico giocatore dell’Inter e l’unico che non aveva un contratto già firmato per la stagione successiva».

REAL MADRID – A quel punto si fecero avanti diverse squadre interessate a Berti. «Un mio amico, che gestiva la mia carriera, ebbe alcuni contatti con il Real Madrid. Mi volevano, erano convinti di me. Anche negli anni precedenti c’era stato l’inizio di una trattativa, ma niente da fare. Ci furono troppe complicazioni e non fu trovato l’accordo».

MILAN – Berti sull’idea Milan. «Mi proposero di vivere vicino a Milanello, così sarei stato comodo per gli allenamenti. Inoltre, mi dissero addirittura che mi avrebbero messo a disposizione due guardie del corpo! Ero l’idolo dei tifosi nerazzurri e un trasferimento del genere sarebbe stato pericoloso in quegli anni. Alla fine l’Inter prese in mano la situazione e Pellegrini mi contattò per firmare il rinnovo di contratto».

ADDIO – Berti ha poi spiegato il suo addio alla formazione meneghina, quattro anni dopo. «In quegli anni arrivarono molti stranieri in nerazzurro. Io sapevo le lingue e pur giocando meno per gli infortuni, divenni un uomo spogliatoio. Moratti non voleva cedermi, ma capitò l’opportunità del Tottenham. Klinsmann mi chiamò e mi disse: «Allora, cosa fai? Vieni?». E io scelsi di raggiungerlo a Londra».

DECISIONE – Dunque la domanda a Berti. “Ma se fosse arrivato nel pieno della sua carriera in un campionato del genere che poteva esaltarne al meglio le caratteristiche? Quanto avrebbe fatto bene?“. «Andai in Inghilterra per me stesso. Volevo dimostrarmi che ero ancora un giocatore di calcio. La risposta fu positiva. Gli inglesi sono fissati con i numeri e le statistiche. Nei primi sei mesi, quando mi guadagnai il rinnovo sul campo, feci gli stessi gol, assist e tackle di Vieira dell’Arsenal nell’intera stagione. Capito? Berti come Vieira».

Fonte: GrandHotelCalciomercato.com – Paolo Borella

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