Analisi tattica

Juventus-Inter: Sensi dirige tutti per un tempo, crollo atletico nella ripresa

Seconda amichevole di lusso dell’Inter, che va incontro a un’altra sconfitta nella International Champions Cup 2019, ma contro la Juventus solo dopo la lotteria dei rigori e anche immeritatamente: l’1-1 (poi divenuto 5-4) dà buoni spunti a Conte, soprattutto per l’approccio nel primo tempo di Sensi e compagni. Ecco alcune considerazioni tecnico-tattiche dopo Juventus-Inter

MODULO E FORMAZIONE – La terza Inter stagionale di Conte, contro la Juventus, vede il 3-5-2 di partenza con una sola modifica, in attacco, rispetto alla sconfitta contro il Manchester United (vedi articolo). Ecco l’undici iniziale: Handanovic; D’Ambrosio, de Vrij, Skriniar; Candreva, Gagliardini, Brozovic, Sensi, Dalbert; Perisic, Esposito.

DIFESA – La sicurezza del pacchetto arretrato si nota anche dalla leggerezza con cui Handanovic gestisce la palla in occasione dei retropassaggi o delle uscite fuori area per accorciare la squadra, mai chiamato in causa nel primo tempo. Davanti al portiere sloveno, de Vrij guida la linea a tre mostrando la solita sicurezza, mentre Skriniar sul centro-sinistra impressiona per la facilità con cui chiude e verticalizza immediatamente trasformando l’azione da difensiva in offensiva, pur essendo negativamente protagonista della sfortunata deviazione che al 68′ permette alla punizione di Cristiano Ronaldo di pareggiare i conti (irregolarmente, ndr), invece D’Ambrosio si fa subito apprezzare in attacco perché “pressa” de Ligt in area in occasione dell’autogol che arriva sugli sviluppi di un calcio d’angolo, male invece in difesa per il fallo che regala la punizione-gol alla Juventus, nel complesso molto bene il trio per un tempo.

CENTROCAMPO – Le buone risposte per Conte arrivano anche e soprattutto dalla linea mediana, che nel primo tempo porta a termine una serie di compiti senza rischiare di subire la giocata dai pari ruolo della Juventus. In particolare, sugli scudi c’è Sensi, che stavolta fa la differenza sia da fermo (suo il calcio d’angolo da cui nasce il gol) sia in movimento, sfuggendo continuamente agli avversari e riuscendo sia a costruire da dietro sia a inserirsi per tentare la finalizzazione in avanti, solito lavoro di doppia fase per Brozovic, mentre la nota dolente è il ritardo di condizione di Gagliardini, che in mezzo al campo non riesce a prendere le misure per imporsi fisicamente e tatticamente. Grande sorpresa ai lati, dove sia Candreva a destra sia Dalbert a sinistra fanno vedere grande disciplina, non solo nel sacrificio difensivo ma soprattutto nella spinta offensiva, pur non riuscendo a essere perfetti (il primo spreca un tiro da posizione favorevole, il secondo rischia in diagonale con un disimpegno maldestro).

ATTACCO – Passi in avanti nella coppia offensiva, anche perché sarebbe stato impossibile fare peggio rispetto all’ultima uscita: Perisic ha un paio di buoni spunti in velocità e nell’andare al tiro rientrando sul sinistro, anzi addirittura cresce alla distanza perché nella prima fase si nasce un po’ troppo, mentre Esposito si rende come al solito protagonista della prestazione opposta, bene all’inizio nell’andarsi a prendere palla e punizioni, poi l’inesperienza prende il sopravvento e cala insieme ai compagni se non di più.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con un solo cambio da parte di Conte, che schiera Padelli in porta al posto di Handanovic, che cede la fascia di capitano a D’Ambrosio. Al 77′ arriva la girandola dei cambi (Ranocchia, Bastoni, Joao Mario, Borja Valero, Barella, Longo e Puscas per de Vrij, Skriniar, Gagliardini, Brozovic, Sensi, Perisic ed Esporito). All’88’ entra Agoumé al posto di Candreva, l’Inter termina così la partita: Padelli; D’Ambrosio, Ranocchia, Bastoni; Agoumé, Joao Mario, Borja Valero, Barella, Dalbert; Longo, Puscas. A parte il gol (irregolare) subito su punizione deviata, Padelli si rende protagonista di due belle parate e di un’improvvisata chiusura da dietro in scivolata su Cristiano Ronaldo dopo essere stato superato dal fuoriclasse portoghese, invece nella lotteria dei rigori è “impassibile”… non ne prende uno; Ranocchia si fa notare per il primo rigore sbagliato nella serie, Bastoni debutta in maniera ordina sul centro-sinistra; passivo l’approccio iniziale di Joao Mario che si rifà con il rigore segnato, tutto l’opposto Borja Valero che prima si fa apprezzare per un paio di belle aperture, poi pecca nel possesso palla e perde una palla sanguinosa, infine calcia il rigore più brutto della storia che condanna l’Inter, almeno Barella lo segna senza sapere come, invece Agoumé è costretto a giocare gli ultimi minuti di partita nuovamente fuori ruolo sulla destra; la staffetta offensiva è croce e delizia dal dischetto, dato che Longo sbaglia e Puscas segna.

CONSIDERAZIONI – L’Inter di Conte gioca una partita a due facce: nel primo tempo domina senza essere impensierita da una Juventus che non riesce proprio a trovare la giocata vincente, messa alle strette da un 3-5-2 molto compatto e propositivo; nella ripresa, invece, avviene il crollo prima atletico e poi sia mentale sia tattico, perché la formazione di Conte inizia a fare acqua da tutte le parti ed è costretta alla difensiva, schiacciata nella propria metà campo, sebbene non siano numerose le occasioni da gol bianconere, anzi. Opportuno focalizzarsi sulla prestazione e in particolare sul ruolo di Sensi, che dirige tutta la squadra pur non giocando da regista e risulta essere l’uomo in più nel centrocampo dell’Inter grazie alla completezza con cui riesce a portare a termine i compiti affidatigli da Conte: velocizza la manovra giocando in verticale, accorcia la squadra portando palla e si libera in tutte le direzioni per favorire il possesso palla. Una mezzala moderna che colma le lacune tecnico-tattiche di una rosa priva di qualità e, al momento, anche di condizione. Non sappiamo ancora se Conte abbia davvero intenzione di puntare su Sensi in questo ruolo di mezzala atipica (non è un centrocampista offensivo, ma è costretto ad “attaccare” per completare il lavoro non fatto dai suoi compagni), soprattutto adesso che è tornato Vecino dalle ferie, però la situazione va tenuta in considerazione, mercato permettendo. Detto della difesa a tre che continua a crescere e dare garanzie, in attesa di Godin sul centro-destra al posto di D’Ambrosio, una nota di merito va data agli esterni: Candreva e Dalbert probabilmente non saranno i titolari in questa stagione, non lo erano nemmeno con Spalletti, ma l’impegno messo per soddisfare Conte è lodevole, nonostante limiti evidenti. Per il resto, soffermarsi sul secondo tempo dopo il crollo avuto non avrebbe molto senso, così come ragionare sulle riserve entrate nel finale, a partire da un Borja Valero (s)finito. Il lavoro fatto con Conte inizia a dare qualche frutto, ma non tutti lo seguono e vanno alla velocità richiesta: la formazione-tipo manca di metà titolari, la rosa rischia di essere stravolta dal mercato nelle prossime cinque settimane, la speranza è che si riesca a completare il quadro iniziato.

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