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Nota tattica di Barcellona-Inter: due tempi diversi, forse troppo

“Nota tattica”, una rubrica che mira a sottolineare un dettaglio, in positivo o in negativo, dell’ultima partita dell’Inter. Dopo Barcellona-Inter parliamo della differenza tra i due tempi di gioco.

PREMESSA – Sia chiaro un punto in partenza: l’Inter a Barcellona ha giocato una partita di grossa personalità, uscendo sconfitta per dettagli. In particolare quattro: occasioni anche buone sprecate; una giocata irreale di Suarez (il primo gol); un arbitraggio indecente; una parata fenomenale di Ter Stegen su Lautaro Martinez. Detto questo, le due frazioni di gioco sono state molto diverse tra loro per interpretazione.

PRIMO TEMPO – L’Inter nel primo tempo ha mostrato un atteggiamento talmente buono da risultare inaspettato. Oltre ogni previsione. Subito in gol con un’ottima giocata in verticale (primo nella storia a Barcellona), padrona del campo malgrado il possesso e la superiorità avversaria nei nomi, con grande personalità come detto nel giocare palla. Ripartenze orchestrate alla perfezione, movimenti a memoria, possesso impostato fin dalla propria area piccola anche sotto pressione. Il lusso di creare occasioni nitide e sprecarle. Il gol dello 0-2 negato solo da un grandissimo Ter Stegen. Tutto quello che, per dire, era clamorosamente mancato all’esordio a San Siro con lo Slavia Praga.

SECONDO TEMPO – Anche qui serve una premessa: l’Inter non ha giocato male il secondo tempo. Però qualcosa è cambiato. L’ingresso di Vidal ha spostato il baricentro del gioco del Barcellona dalla mediana all’attacco e questo ha abbassato la squadra di Conte. Troppo. La linea difensiva non è più riuscita ad alzarsi, ma è finita per aspettare per la maggior parte del tempo sul limite dell’area gli avversari. Che a quel punto avevano opzioni larghe (Messi, Sergi Roberto, Semedo, Dembelé/Griezmann), ma anche centrali (Vidal, Suarez, ancora Messi in caso di partenze accentrate). Tutto molto denso e difficile da controllare. Soprattutto, troppi pericoli troppo vicino alla porta. I nerazzurri non hanno però rinunciato alle ripartenze: più complicate perché la partenza era da più lontano quindi accompagnare l’azione era più faticoso, ma sono arrivate. E anche pericolose. Purtroppo, al netto dell’arbitraggio, è mancata la giocata decisiva. Anche la condizione fisica ha contato: l’Inter è calata e i ricambi non hanno portato tutta la freschezza necessaria. In più gli avversari hanno pescato le giocate decisive dal loro inesauribile serbatoio di qualità.

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