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Nuovo Stadio Milano, l’attacco di Sala non è all’Inter ma la difesa è solo di Suning

Nuovo Stadio Milano oggi più che un progetto è un duplice concept che ha come co-protagonisti tre soggetti che litigano tra loro anziché provare a risolvere le questioni in ballo. Lo scontro tra il Sindaco Sala e l’Inter è solo la goccia che rischia di far traboccare tutto il vaso, mentre il Milan osserva (dis)interessato. E non può passare l’idea che il problema sia Suning

COMUNICATO STAMPA UFFICIALE – Quando l’Inter utilizza lo strumento del “comunicato stampa ufficiale di FC Internazionale Milano” (vedi articolo) significa che la situazione rischia di degenerare e bisogna mettere un punto prima che sia troppo tardi. È già successo in passato. Ed è successo nuovamente ieri. Il comunicato stampa ufficiale il più delle volte è un mezzo di difesa e solo relativamente di attacco. Nell’episodio specifico – datato giovedì 18 marzo 2021 -, si è trasformato in un contenuto ambiguo che va contestualizzato. Se ne sentiva il bisogno? Forse sì. Sicuramente meno di altre volte. Ogni tanto, però, è giusto che l’Inter faccia la voce grossa per evitare che la libertà di espressione sia scambiata per la possibilità di poter far passare qualsiasi messaggio.

NUOVO STADIO MILANO – Nel gioco dell’azione-reazione, l’Inter prima ha accusato il colpo relativo all’attacco del Sindaco Giuseppe Sala (vedi dichiarazioni) e poi è passata al contrattacco avendo pesato le possibili conseguenze. Mediatiche più che burocratiche. L’attacco frontale di Sala è un passo falso da parte del Comune di Milano, che rischia di allontanare i co-protagonisti del progetto “Nuovo Stadio Milano” anziché riavvicinarli. Ma lo stesso tipo di obiettivo sembra averlo l’Inter, che si è dimostrata tutt’altro che morbida nella sua risposta. Comprensibile. Se non fosse che il comunicato stampa ufficiale è di “FC Internazionale Milano”, ma la firma è palesemente un’altra. Ed è quella di chi non vuole che venga danneggiata la propria immagine in un periodo difficile, in cui la gestione della società è messa a rischio – come dimostrato dalla lontananza fisica e dalla trattativa con più fondi – ma non per questo deve essere oggetto dell’opinione pubblica di chiunque. Soprattutto se rischia di danneggiarla su più fronti.

SALA CONTRO ZHANG – Ogni volta che l’Inter viene colpita dall’esterno, la giusta reazione in termini di comunicazione porta la firma del “Club“. Stavolta non è così. La firma dell’ultimo comunicato stampa ufficiale porta la firma della “Proprietà“. Ed è giusto, attenzione. Perché il “Sindaco” – così rispettosamente citato nel documento – ha attaccato la proprietà Suning, mica la “storia gloriosa ultracentenaria” dell’Inter. E ci mancherebbe! Da tifoso interista, poi. L’errore fatto da Sala è quello di aver considerato solo l’Inter di oggi, dimenticando che il progetto “Nuovo Stadio Milano” può essere portato avanti da Suning così come da un altro finanziatore. Ma l’errore fatto dall’Inter, nel rispondere al numero uno della Città Metropolitana di Milano, è quello di aver fatto capire che al momento la società è un Biscione a due teste. Il Club da una parte, la Proprietà dall’altra. Sala non ha alcun motivo per attaccare l’Inter, ma lo scontro in questo caso è tra la sua Milano e la famiglia Zhang, e viceversa. Ed è poco rispettoso.

RIPARTIRE DA ZERO – L’Inter è solo il vettore utilizzato da entrambe le fazioni per andare allo scontro mediatico su un tema, quello del “Nuovo Stadio Milano”, che non è mai stato trattato con la dovuta serietà né da una parte né dall’altra. E in questo scenario si inserisce anche il Milan, che fa da sparring partner a convenienza. Prende e dà pugni, aumentando il numero di riprese per posticipare la resa piuttosto che colpire per arrivare alla vittoria. Perché il “Nuovo Stadio Milano”, oggi, è una sconfitta per tutti i protagonisti sul ring. Ma forse lo sarebbe anche dopo aver costruito un impianto di co-proprietà anziché due. E lo sanno bene anche i tifosi, che oggi sanno che le prospettive future (forse) saranno quelle di uno stadio moderno ma ancora “rossonerazzurro” in luogo del “Giuseppe Meazza” in San Siro. Però ridotto e sempre pieno. Perché il Covid-19 non ha rallentato nulla che non fosse già fermo dall’inizio per vedute diverse. Forse è arrivato il momento che ognuno assuma le proprie colpe e si riprenda il discorso da zero. Per l’Inter, per il Milan e soprattutto per Milano. Con buona pace di Suning, degli Zhang e di Sala.

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