Moggi esagera: “Coronavirus? Clamore mediatico come Calciopoli”
Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus condannato e radiato in seguito ai fatti di Calciopoli, ha concesso un’intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb in cui si abbandona a un paragone abbastanza azzardato tra l’emergenza Coronavirus e lo scandalo che lo vide coinvolto in prima persona
SOLO CLAMORE – Per Moggi il clamore intorno al Coronavirus è paragonabile a quello che lo vide coinvolto ai tempi di Calciopoli: «In Italia enfatizziamo tutto. Guadate Calciopoli, un clamore esagerato, proprio come il Coronavirus. siamo bravi perché in Italia cerchiamo l’audience, sembra che la Nazione sia afflitta da un male incurabile ma non è assolutamente così. Il clamore porta a non trovare più mascherine, Amuchina e ad avere le città deserte e le scuole chiuse. Mio nipote di sedici anni è contento per la scuola chiuse e dispiaciuto perché hanno chiuso le discoteche (ride ndr). Sulle porte chiuse ho le mie idee che non collimano con quelle di chi ha fatto un’operazione del genere. Quando hai in mente di far giocare le partite a porte chiuse non puoi fare discriminazioni. Perché Juve-Inter a porte chiuse quando per il Torino che va a Napoli non vengono adottate misure? Oppure per la Lazio contro il Bologna? L’Allianz è uno stadio che dà qualcosa in più ai giocatori, la Juve ha già giocato fuori casa a San Siro. Non si può dire ad alcuni di giocare a porte aperte e ad altre porte chiuse. A questo punto dovrebbero giocare tutti a porte chiuse».
fonte: Tuttomercatoweb- Alessio Alaimo