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Milan-Inter (0-2): Inzaghi ara i critici e solo alla fine si accontenta

Milan-Inter è uno spettacolo a tinte esclusivamente nerazzurre in quel di San Siro. I gol di Dzeko e Mkhitaryan arrivano nei primi 11′ e fissano il risultato sullo 0-2 finale. Le scelte di Inzaghi si rivelano vincenti nonostante le critiche preventive ricevute. E il risultato alla fine sta anche stretto in vista del ritorno. Di seguito l’analisi tattica di Milan-Inter in Champions League

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Milan in Champions League: 24 Onana; 36 Darmian, 15 Acerbi, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 9 Dzeko, 10 Lautaro Martinez ©.

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Milan-Inter

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, all’8′ la girata vincente di Dzeko al volo di sinistro su calcio d’angolo battuto da Calhanoglu sblocca la partita in favore dell’Inter (0-1). Poi, all’11′ è letale l’inserimento di Mkhitaryan, pescato in area da Dimarco e rapido nel battere Maignan con il destro per il raddoppio nerazzurro (0-2). E al 16′ solo il palo tiene a galla il Milan negando il clamoroso tris firmato Calhanoglu, che calcia un destro potente dalla distanza dopo il tocco del compagno armeno. Al 31′ Lautaro Martinez cade in area dopo una sorta di “sandwich” tra Kjaer e Tomori ma il controllo al VAR annulla il rigore concesso precedentemente. Nel secondo tempo, al 63′ Tonali sfiora il gol con un bel tiro di destro che finisce sul palo esterno alla destra di Onana.

SOSTITUZIONI – Nel secondo tempo, al 63′ e sul risultato di 0-2, primo cambio di Inzaghi: fuori Mkhitaryan, dentro Brozovic. Il croato si posiziona davanti alla difesa con Calhanoglu che si sposta alla sua sinistra. Al 70′ secondo doppio cambio per l’Inter: fuori Dimarco e Dzeko, dentro de Vrij e Lukaku. L’olandese agisce da terzo destro con Darmian che si alza e sposta a sinistra nel ruolo di quinto mancino, mentre in attacco va in scena la staffetta attesa. Infine, al 78′ ecco il secondo e ultimo doppio cambio nerazzurro: fuori Calhanoglu e Lautaro Martinez, dentro Gagliardini e Correa. L’italiano funge da mezzala destra con Barella (a cui va anche la fascia di capitano) dirottato a sinistra, poi solita staffetta tra gli attaccanti argentini nel finale di partita.

Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro

TOP – Un’altra grande prova stavolta condita da un gol pesantissimo, oltre che bellissimo, che vale un approfondimento: Dzeko (vedi pagelle di Milan-Inter). Ha il merito di sbloccare la partita alla prima occasione utile. Segnare una rete dopo appena 7′ in un Derby di Milano è tanta roba. Farlo in una semifinale di Champions League non si può quantificare nemmeno. Solito lavoro prezioso in attacco e due-tre giocate che non sembrano reali per un classe ’86. La carta d’identità dice che sono già 37 anni, la prestazione contro il Milan fa venire qualche altro dubbio. Eterno.

Post-Game Analysis: considerazioni finali sulla partita

COMMENTO – L’Inter approccia alla partita esattamente come ipotizzato fin dalla vigilia. Aggredisce il Milan e porta avanti una manovra tanto rapida quanto qualitativa. Solito sviluppo per vie centrali che si allarga sulle fasce per sfruttare la spinta dei propri quinti alle spalle dei terzini rossoneri. L’uno-due firmato Dzeko-Mkhitaryan rischia di mettere KO il Milan e bisogna ringraziare il palo, che stoppa l’esultanza di Calhanoglu, per non parlare di pratica chiusa già dopo un quarto d’ora. L’Inter controlla la partita facendola fare al Milan, che attraverso il possesso palla non impegna Onana. I dati relativi ai tiri evidenziano il dominio nerazzurro nella prima frazione, eccezion fatta per gli ultimi minuti nei quali la squadra di Inzaghi abbassa il baricentro per non disperdere inutilmente energie preziose. Il secondo tempo inizia con tutt’altro approccio da parte del Milan che, attraverso sostituzioni mirate a conferire un assetto più offensivo, obbliga l’Inter a difendersi. L’obiettivo diventa evitare l’1-2 piuttosto che cercare lo 0-3, mantenendo lo 0-2 senza rischi: Inzaghi riesce nel suo obiettivo. Il doppio vantaggio è al sicuro.

L’editoriale dopo Milan-Inter (0-2)

OSSERVAZIONE – Perché giocano Mkhitaryan e Dzeko al posto di Brozovic e Lukaku? La domanda è sulla bocca e sulla penna di tutti, la risposta è solo nella competenza di Inzaghi. La formazione iniziale è quella che dà più garanzie. Tradotto: è la migliore possibile. Avere in rosa Brozovic e Lukaku, ma anche Gosens (in recupero, ndr), aiuta Inzaghi nelle rotazioni e nelle scelte. Senza dover stavolgere la formazione-tipo. Il “Fato” vuole che lo 0-1 venga segnato da Dzeko su assist di Calhanoglu e lo 0-2 da Mkhitaryan su assist di Dimarco. Curioso. Succede tutto in 3′, quanto basta per ricordare a tutti – critici e non – perché Inzaghi allena l’Inter a ridosso della Finale di Champions League e tutti quelli che parlano/scrivono a vuoto fanno altro nella vita. Lo 0-2 di Milan-Inter è un risultato bugiardo, non solo per il palo di Calhanoglu o per il rigore non assegnato per fallo di Krunic (da espellere, ndr) su Bastoni. L’Inter domina e merita, poi decide di non rischiare inutili beffe. L’andata alla fine si chiude nel migliore dei modi: non è ancora nulla, perché al ritorno – purtroppo – può ancora succedere di tutto. Ma i meriti di Inzaghi in casa Inter continuano ad aumentare ed è ora di smetterla di fare uscite a vuoto sul suo conto.

Extra analisi tattica di Milan-Inter (Champions League)

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