Brozovic simbolo di ciò che non sta funzionando (più) nell’Inter di Inzaghi
Brozovic a spasso per il campo è un tuffo nel passato. Inzaghi sta lavorando con convinzione sui punti deboli della sua Inter, dimenticando – forse – che ci sono punti forti da non stravolgere finché possibile. Uno è proprio il perno di centrocampo
DISORDINE TATTICO – Un contratto in scadenza il 30 giugno 2022. E un ruolo-chiave che è stato destrutturato dal nuovo corso. Il futuro di Marcelo Brozovic è in bilico, ma anche il presente appare nebuloso. La sostituzione di Kiev non è andata giù al centrocampista croato, che al 55′ ha lasciato il posto ad Hakan Calhanoglu e soprattutto il ruolo a Nicolò Barella, riproposto davanti alla difesa. E se con Antonio Conte lavorare su Barella perno di centrocampo avrebbe avuto una logica dopo l’impossibilità di arrivare al pupillo N’Golo Kanté, per Simone Inzaghi diventa una scelta impopolare. Perché l’Inter oggi non ha più la qualità di Christian Eriksen da “sostenere” con dinamismo e interdizione. E aggiungere disordine a disordine è un problema. Togliere Brozovic dal suo habitat naturale complica ogni schema tattico. E si è visto a più riprese. L’Inter a volte sembra tornare al periodo precedente la rivoluzione tattica firmata Luciano Spalletti, che ha creato il “fenomeno” Brozovic catapultandolo dalla trequarti offensiva a quella difensiva.
Brozovic versione 1.0 punto debole dell’Inter di Inzaghi
“REGISTA” LIBERO – La stagione di Brozovic non è iniziata nel migliore dei modi ma quando è illuminato si nota. E fa la differenza. Chiedere a Barella di fare sia il Barella sia il Brozovic danneggia entrambi. Anche perché Matias Vecino non ha mezza caratteristica per rimpiazzare il classe ’97 italiano e – come noto – l’Inter non ha un vice-Brozovic in rosa. Se l’idea di Inzaghi è quella di insistere sui tre mediani che si intercambiano dal primo all’ultimo minuto, fissare Brozovic davanti alla difesa diventa il punto di partenza. Brozovic fisso e al più “oscillante”, Barella e Calhanoglu (o chi per lui) ruotano e sostengono i quinti. Ma se Brozovic deve alzarsi per portare il pressing o trasformarsi da vertice basso a vertice alto, tutte le certezze dell’Inter vengono annullate. La filosofia inzaghiana non è errata, ma oggi all’Inter serve ritrovare fiducia nelle cose più semplici. Ci sarà modo per spingersi oltre gli ostacoli, dopo aver registrato tutti i reparti e recuperato terreno tanto in Champions League quanto in Serie A (priorità…).