Recoba: «Indimenticabile doppietta contro Brescia. Zanetti bel gesto»
Alvaro Recoba, ex giocatore dell’Inter, ha rilasciato un’intervista a La Nacion parlando dell’esordio con la maglia nerazzurra, nonché dell’amicizia con i vari argentini tra cui Zanetti
ARGENTINI − Recoba parla di alcuni compagni: «Sono una quantità… Cosa succede? Ho avuto il privilegio, la fortuna, di suonare con Bati, quando ero vecchio e mezzo malandato, povero. Ma ho giocato anche con Hernán [Crespo], con Julito Cruz, con la Strega, con Almeyda, con Javier [Zanetti], con Cholo, con Kily e ne ho dieci da fare…, con Cambiasso, con Nico Burdisso, con Samuel, Solari… con Guly, con Nelson Vivas…, i calci che mi ha colpito in nazionale e poi l’ho avuto come un compagno. Il peggior calcio della mia vita me l’ha dato Nelson: nei turni di qualificazione, a Núñez, mi ha dato un pugno al polpaccio dopo cinque minuti e sono rimasto zoppo per tutta la partita. Ho un ottimo rapporto con Pupi, ma se devo citarne uno, con il quale ho il miglior rapporto è con Mati [Almeyda], con Mati abbiamo molta chimica a livello familiare, tra le mogli, supera il Tribunale».
SAMUEL − Recoba e il suo incontro con il muro nerazzurro: «Una volta ho avuto un bell’incontro con Walter, con Samuel. Era a Roma. Sono tranquillo, ma Walter mi prende a calci come un killer e mi sloga la caviglia, poi mi giro e lo prendo a pugni su e giù. Gli ho detto tutto. E quando scorrevano i minuti mi dicevo: credo di aver esagerato, sono andato a cagare’. La partita è finita e sono andato negli spogliatoi della Roma a scusarmi. Ma quando Walter mi ha visto arrivare, ha pensato: ‘questo è uruguaiano, deve venire a combattere’. Mi avvicinai e lui si appoggiò all’indietro, pensando che lo avrei colpito. E io dico: ‘No, no Walter, vengo a scusarmi. Mi hai ucciso, ma sono salpato. ‘ E poi abbiamo giocato insieme all’Inter, un guru divino».
DOPPIETTA ESORDIO − Recoba parla dei due gol segnati contro il Brescia: «Sono passati 24 anni e la gente continua a ricordare. Ho realizzato quei due gol dall’incoscienza della mia età, quando avevo 21 anni. Allora non aveva idea di cosa avesse ottenuto. Tipo Kun Agüero, hai visto? Dalla sua ingenuità dice: “Ecco, giochiamo…” Era un sogno, sì, ma se l’avesse fatto a 35 anni si sarebbe divertito molto di più. Negli anni ho capito che diventava indimenticabile, soprattutto per le persone. E in entrambi i gol, perché non sapevo nemmeno come festeggiare, sono corso a cercare Javier. Se c’ero stato è stato per il club, certo, ma anche per lui che mi aveva accolto».
ZANETTI − Recoba ricorda i primi mesi a Milano e l’accoglienza di Pupi: «Eravamo appena sposati, eravamo due guris, siamo arrivati in Italia e abbiamo dovuto cercare casa. Javier ci ha offerto di fermarci a casa sua e gli abbiamo detto di no, stavamo andando in un albergo. Ma ha insistito e siamo rimasti per tre mesi. Non ci conoscevamo, io non ero nessuno, e questo ti contraddistingue per le persone. Non l’ho mai chiesto a Javier, ma forse ha replicato il gesto che qualcuno aveva fatto con lui. Successivamente ho fatto lo stesso con i colleghi uruguaiani e li ho ospitati in casa mia».
Fonte: La Nacion.com