Il calcio riparte con una riforma? Dalla Serie A in giù, calano le squadre
Il calcio italiano venerdì avrà un fondamentale Consiglio Federale (vedi articolo), dove si discuterà della possibilità di riprendere la Serie A e gli altri campionati. Secondo Michele Criscitiello, nel corso di “Sportitalia Mercato”, si proverà a ridurre di molto il numero delle società: da cento a sessanta.
PIANO DI RIFORMA – Il calcio italiano studia una riforma epocale per la stagione 2020-2021. Lo riporta Michele Criscitiello, nel corso di “Sportitalia Mercato”, dando un’anticipazione su come si potrebbe ripartire (tralasciando questa stagione). La Serie A non sarebbe toccata: rimarrebbe a venti squadre col format attuale, ma i club professionistici scenderebbero dai cento attuali a sessanta. La Serie B avrebbe invece due gironi, anch’essi da venti l’una, con squadre divise per area geografica e maggiori introiti: in uno andrebbero venti squadre dell’attuale Serie C, che così “scomparirebbe”. Ci sarebbero sei retrocessioni complessive, tre per ciascun girone, in Serie D, che però avrebbe una formula molto più snella: appena tre gruppi, tutti da venti, che la renderebbero la terza categoria del calcio italiano. Per farlo ci sarebbero delle agevolazioni fiscali, in modo da aiutare i club e risolvere diversi problemi. Poi ci sarebbe il ritorno dell’Interregionale, il nome con cui si conosceva la D fino agli anni Novanta: nove gironi da diciotto squadre. A seguire i campionati di calcio regionale.