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Sandro Tonali può servire all’Inter? Ecco pro e contro del centrocampista

Sandro Tonali è un nome che sta infiammando il mercato della Serie A. L’Inter è molto interessata al centrocampista del Brescia, ma come si inserirebbe in nerazzurro?

AL CENTRO DEL MERCATO – Sandro Tonali è uno dei nomi ricorrenti sul mercato. Non solo dell’Inter in realtà. E da un paio di anni, malgrado il centrocampista sia un classe 2000. La sua giovane età è proprio la chiave di tutta l’attenzione mediatica nei suoi confronti. Quella e una somiglianza tricologica con Andrea Pirlo. Vedere un centrocampista centrale con quei capelli e la maglia del Brescia ha stimolato i ricordi di gran parte degli osservatori. Il resto ce lo ha messo lui con personalità e lampi tecnici. Ma il ragazzo è quello che serve all’Inter?

TALENTO GREZZO – Tonali è un giocatore ancora da definire. Ha talento, ha fisico, soprattutto ha personalità. Ma ad oggi è difficile dire quale sia la sua specialità. Sa fare un po’ tutto, fa tutto abbastanza bene, ma non ha una specializzazione. Non è un regista, tanto per cominciare. Può farlo, ma non lo è. Non ha quella visione, e anche sulla capacità di riceve palla ci sarebbe da lavorare. Per tornare al paragone con Pirlo, tecnicamente non c’è una grande base, se non nelle punizioni indirette. Lui per primo rifiuta il confronto, dicendo di essersi sempre ispirato a Gattuso. Però non somiglia nemmeno all’attuale tecnico del Napoli. Forse è una via di mezzo tra i due. Di sicuro è un centrocampista con del talento, ma ancora da esplorare in gran parte.

ESPERIENZA CERCASI – Del resto Tonali è giovane. Classe 2000, come già detto, ha esordito nel Brescia nel 2017-2018. In Serie B ha accumulato 53 presenze (una stagione e mezza in pratica), cui si aggiungono le 35 presenze in A del 2019-2020 in un contesto non proprio idilliaco. Insomma il ragazzo ha bisogno di giocare, di accumulare minuti in campo e fare esperienza. Soprattutto per dare forma al suo talento, come si diceva sopra. Non sempre basta il talento grezzo per stare in rosa in una big. Pensate a Locatelli: classe 1998, esordio nel 2015-2016, ma in tre stagioni di Milan giocate a spizzichi e bocconi sembrava un giocatore perso. Da titolare al Sassuolo è al centro del mercato e in nazionale. Giocare, magari con indicazioni precise, ai giovani serve. Anche Barella che si è subito imposto all’Inter è arrivato in nerazzurro con mezza stagione in B al Como e tre in A col Cagliari. Da titolare.

LA POSIZIONE – Ma come gioca Tonali? Fino ad oggi il suo modulo di riferimento è stato con un centrocampo a tre, di cui lui ha sostanzialmente sempre fatto il perno centrale. Altro elemento che ha scatenato il paragone con Pirlo. E anche in nazionale, quando Mancini gli ha dato spazio, ha sempre giocato nello stesso ruolo. Questa è la sua heatmap stagionale presa da Sofascore:

Sandro Tonali Heatmap

La sua presenza in zona centrale è evidente, davanti alla difesa e nel cerchio di centrocampo. Ma è anche evidente quanto poco si spinga in avanti. Infatti una carenza del suo gioco è sicuramente su inserimenti e presenza in area. Ma come regista basso, dicevamo, ha ancora tanto da imparare. Nella sua stagione a Brescia ha realizzato di media 39 passaggi a gara, con una percentuale del 76%. Numeri bassi, anche al netto del contesto che ovviamente lo ha aiutato ben poco. Passare a gestire 50, 60 palloni e alzare la percentuale non è scontato né immediato, e richiede una crescita anche nei movimenti a smarcarsi. Tonali in ogni caso ha talento, sia chiaro. Pulizia tecnica, ottima capacità di difendere palla col dribbling, qualche visione verticale rapida e interessante. Ma è ancora tutto da rifinire e canalizzare al meglio.

SERVE CRESCERE – Per stare all’Inter insomma Tonali avebbe bisogno di tempo. Per imparare, abituarsi a un contesto totalmente nuovo sia come ambiente (ha sempre giocato nel Brescia) che tecnico, anche a livello di modulo. Magari cambiare anche ruolo, come dicono in molti che lo vedono più interno che centrale. Per di più in una stagione ipercompressa, senza il consueto ritiro con amichevoli. La personalità è un suo tratto distintivo, un po’ come per Barella, ma in nerazzurro avrebbe da scontare anche l’etichetta del prezzo. L’investimento sul talento ha senso, ma l’inserimento va gestito con oculatezza.

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