Pavard terzo violino raffinatissimo: in Napoli-Inter è il vice MVP
Benjamin Pavard è tra i migliori in campo di Napoli-Inter (0-1), finale di Supercoppa Italiana. E l’assist per il gol decisivo di Lautaro Martinez è solo la ciliegina sulla torta di una prova raffinata.
UBI MAIOR – Ad ogni partita il peso di Benjamin Pavard si sente sempre di più. E Napoli-Inter di ieri è forse la sua miglior prestazione coi colori nerazzurri. In cui non vince il premio di MVP solo perché la copertina vede innanzitutto Lautaro Martinez in primo piano. Ma il Toro segna grazie all’assist proprio del francese. Che organizza e chiude un’azione in modo perfetto, con l’eleganza che lo contraddistingue. E che ha mostrato per tutta la gara.
LA CALMA DEI FORTI – Uno dei pregi meno esaltati di Pavard è il suo approccio mentale alla partita. Il numero 28 sembra non soffrire mai nel corso dei novanta minuti, l’ansia non gli appartiene. E i suoi numeri di Napoli-Inter (provenienti dal report ufficiale della Lega Serie A) lo confermano, certificando la consueta pulizia lucida del suo gioco. E la fiducia che i compagni ripongono in lui. Con 69 tocchi, Pavard è il quarto giocatore più coinvolto dell’Inter dopo Calhanoglu, Acerbi e Mkhitaryan. Palloni che il francese gioca senza macchia: su 60 passaggi, ne completa 58, per una precisione del 97%. Non disdegnando energie fino all’ultimo minuto: è infatti il secondo nerazzurro per km percorsi (11,673). Ma c’è un altro dato che sorprende dell’ex Bayern Monaco.
VALORE AGGIUNTO – Dopo Calhanoglu e Mkhitaryan, Pavard è il terzo giocatore per passaggi riusciti nella trequarti offensiva. Un vero e proprio attaccante aggiunto per l’Inter. E la sintesi perfetta di questi dati con la considerazione iniziale portano all’azione che si sviluppa all’ultimo minuto. Solo un giocatore di classe superiore può imbastire un triangolo tale, arrivando allo scarico potente e centrale per la girata di Lautaro Martinez, in un momento così delicato della partita. E facendola sembrare una cosa normalissima. Un aspetto da non sottovalutare, nell’economia delle energie mentali di cui avrà bisogno l’Inter nei prossimi mesi.