Il paradosso di Lukaku: leader dell’Inter senza usare troppe parole
Romelu Lukaku è il leader indiscusso di questa Inter, in campo e fuori. E riesce ad esserlo senza usare troppo parole.
LEADER SILENZIOSO – Spesso si dice che basta dare l’esempio per ottenere riconoscimento unanime di superiorità. Ed è questo il caso di Romelu Lukaku, leader indiscusso di questa Inter. Uno status che il belga ha conquistato a suon di gol: in stagione sono 24, che portano a 58 le reti totali con i nerazzurri. Ma sono ben altri gli aspetti che spiegano come il numero 9 sia al tempo stesso faro e colonna portante della squadra. Uno di questi è la sua comunicazione sui social. Dopo ogni vittoria, Lukaku è tra i primi a condividere coi tifosi la sua gioia. Con espressioni di giubilo reiterate? Con emoji esplosive per ricordare il suo strapotere fisico? No, semplicemente condividendo la foto di un’esultanza di gruppo. Senza aggiungere nessuna parola. Lukaku è il centravanti dell’Inter, ma soprattutto è il nucleo empatico dell’intera squadra.
TRAGUARDI – Tornando invece ai gol, Lukaku ne ha già segnati 24 quest’anno. E in Serie A sono 18, uno in meno di Cristiano Ronaldo. La sensazione è che saranno loro due a giocarsi il titolo di capocannoniere fino all’ultima giornata. Se il 9 dell’Inter ne segnasse altri quattro, arriverebbe a 28 gol, uno in più della stagione 2017/18. Era il primo anno al Manchester United, che diventerà anche la stagione più prolifica del belga. Fino al suo approdo a Milano, dove sfonda la rete 34 volte in 51 gare. Per non parlare poi degli assist, 13 in due stagioni, quest’anno è già a quota 8. Eppure non si vede né si sente mai Lukaku esaltare i suoi record personali (è già il miglior scorer di sempre nella Nazionale del Belgio). Perché nessun campione raggiunge il successo da solo, senza il fondamentale supporto dei compagni.