Chelsea, nuove grane. E Abramovich non può vendere la società!
L’Inter ha archiviato l’eliminazione dalla Champions League per mano del Liverpool. Nella competizione rimane però il Chelsea che dovrà giocare il ritorno degli ottavi di finale. Intanto, in casa blues, arrivano brutte notizie per Roman Abramovich (vedi articolo).
SANZIONI – Non arrivano buone notizie in casa Chelsea. I blues, nei giorni scorsi, hanno annunciato che Roman Abramovich ha messo in vendita il club, ma le novità non sono buone. Come riporta Calcio e Finanza infatti, il magnate russo è nei nuovi nomi inseriti nella lista del governo della Gran Bretagna sotto sanzioni e i cui asset sono congelati. Cosa cambia per il Chelsea dunque? «Il Chelsea – spiega Calcio e Finanza – potrà continuare ad operare come società calcistica grazie a una licenza concessa dal governo britannico, che consentirà di svolgere le partite, pagare il personale e per i tifosi che hanno già acquistato i biglietti di assistere alle gare (ma non potrà vendere ulteriori biglietti per le partite successive, almeno al momento). L’obiettivo del governo è quello di lavorare con Premier League e club per continuare a giocare, ma allo stesso tempo assicurare che le sanzioni vengano applicate».
VENDITA CONGELATA MA NON SOLO
CONSEGUENZE – Ma non solo queste sanzioni per il Chelsea. Per quanto riguarda Abramovich infatti la sanzione si allarga anche alla cessione del club ma anche ai vari calciatori. «Il Chelsea inoltre – continua Calcio e Finanza – non potrà vendere prodotti legati al merchandising e, soprattutto, non saranno permesse operazioni di calciomercatoné nuovi contratti, situazione che blocca così anche il mercato sia in entrata che in uscita. Da questo punto di vista, quindi, i contratti in scadenza non potranno essere rinnovati, ma non potranno nemmeno essere ceduti giocatori attualmente sotto contratto. Servirà anche un permesso speciale del governo per la vendita del club, che ad oggi è così bloccata. Ma Abramovich non potrà ricevere nessuna cifra dalla cessione della società, né direttamente né indirettamente».
Fonte: Calcio e Finanza