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ESCLUSIVA – Milanese: “Torino-Inter match aperto! Mini ciclo? Conte abituato. Italiani…”

Intervistato in esclusiva dalla redazione di Inter-News.it, Mauro Milanese – ex giocatore tra le altre di Torino e Inter oggi Dirigente della Triestina -, ha parlato di Torino-Inter in programma sabato sera, della stagione dei nerazzurri guidati da Conte, e dei giocatori italiani all’interno del gruppo, facendo riferimento anche a quelli dell’Inter del 1999 come Bergomi, Colonnese e Galante.

TORINO-INTER, CONTE E BLOCCO ITALIANO – Mauro Milanese, oggi Dirigente della Triestina, è stato un difensore dell’Inter, con cui ha collezionato ventiquattro partite e un gol (al Lecce). Nel corso di una lunga intervista ha parlato di Torino-Inter, in quanto ex di entrambe le squadre. Poi ha detto la sua riguardo il momento dei nerazzurri di Antonio Conte e sul blocco di giovani italiani, facendo riferimento alla “sua” Inter 1998-1999.

Sabato sera si gioca Torino-Inter. Da ex di entrambe le squadre, come vede questa sfida con l’Inter a un solo punto dalla Juventus, e lo 0-4 del Torino a Brescia?

«Torino-Inter sarà sicuramente una bellissima partita aperta a ogni risultato. L’Inter deve vincere, il Torino viene da un bellissimo risultato in trasferta contro il Brescia. Ci sarà entusiasmo, le tifoserie ci tengono a vincere. Secondo me l’Inter deve cercare di fare qualcosa in più, considerando che in trasferta deve cercare di fare risultati in tutti i campi. Il Torino in casa è una squadra tosta e che vuole continuare a fare bene».

Si aspettava quest’avvio di stagione da parte dell’Inter?

«Mi aspettavo una partenza graduale, mi ha sorpreso in positivo! Ha cambiato modo di gioco, e ha cambiato anche giocatori importanti. Secondo me Mauro Icardi, Radja Nainggolan e Ivan Perisic sono ottimi calciatori, anche se ne hanno acquistati altri. Nonostante tutto sta dando battaglia alla Juventus sin da subito, senza neanche un anno di lavoro da parte di Antonio Conte. Il Gap con la Juventus a mio modo di vedere tra rosa e panchina c’è ancora, però l’Inter è attaccata in classifica e sta facendo meglio del previsto».

Antonio Conte più volte ha parlato di mini-cicli. Subito dopo la sosta ne comincia un altro: sette partite prima di Natale, tra queste le due sfide di Champions League contro Slavia Praga e Barcellona. È il mese della verità?

«No, non è il mese della verità perché è importante che la squadra continui a correre anche dopo marzo. Tutti i periodi sono importanti, chiaro che verso la fine del campionato ogni punto può essere decisivo per lo scudetto. Le partite decisive ci sono, i risultati importanti li deve fare per continuare sia in Europa che in Italia. Conte però è uno dei migliori allenatori che ti permettono di poter giocare ogni tre giorni e ricaricare le energie nervose anche perché è abituato a questi ritmi, sia da giocatore che da allenatore. È stato chiamato per portare l’Inter a certi livelli sia in Italia sia in Europa, cercando intanto di ridurre il gap con la Juventus e chissà magari vincere già quest’anno lo scudetto».

Con Conte all’Inter si è rivista anche un po’ di Italia: Biraghi, Barella, Sensi, Gagliardini e Candreva titolari, o anche lo stesso Bastoni. Quanto è importante per lei la presenza di calciatori italiani?

«Ritengo che i calciatori italiani siano importanti, le grandi squadre italiane hanno vinto con giocatori italiani e grandi numeri 10: difesa e contropiede. Abbiamo fatto della fase difensiva, del gruppo della compattezza la nostra forza. Penso per esempio al Milan con Paolo Maldini, Alessandro Costacurta e Franco Baresi, o alla Juventus di Conte con Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini e Andrea Barzagli, con Gianluigi Buffon tra i pali. Penso che il nucleo della difesa deve essere italiano, poi se vuoi comprare Lionel Messi, Cristiano Ronaldo piuttosto che un Gabriel Omar Batistuta o Gonzalo Higuain puoi farlo. Quando giocavo io all’Inter ricordo che c’era Gianluca Pagliuca in porta, poi Beppe Bergomi, Fabio Galante, io e Francesco Colonnese. Forse l’unico straniero era Taribo West. Ma questo è importante anche per un fattore mentale: con un blocco tutto italiano, possibilmente la difesa, forse anche i risultati e lo spogliatoio ne gioverebbero. L’attaccante può anche non far nulla per novanta minuti, il difensore se sbaglia prende 5 in pagella»

Cosa ne pensa nello specifico di questi giovani calciatori italiani in vista anche dell’Europeo del 2020?

«Nicolò Barella sta facendo bene. Ti dà meno sotto il punto di vista dell’esperienza ma a livello di gamba, intensità e voglia di fare ti da qualcosa in più. Conte è stato bravo ad accettare la sfida anche con giovani italiani promettenti che sono arrivati anche alla Nazionale. Questo è un bel messaggio soprattutto per il calcio italiano. Questa è una cosa che gioverà anche all’Italia: giocare trenta partite nell’Inter, magari in Champions League contro il Barcellona, puoi fare bene anche in Nazionale affrontando partite con grande personalità».

Si ringrazia Mauro Milanese per la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione, anche parziale, dell’articolo è consentita solo previa citazione della fonte (Inter-News.it) e inserendo il link al contenuto originale.

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