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ESCLUSIVA IN − Sabatini: «Inzaghi non unico problema! Conte impossibile. Sul VAR…»

Sandro Sabatini ha parlato in un’intervista esclusiva su Inter-News.it. Con il noto giornalista abbiamo toccati diversi temi nerazzurri: dal rendimento altalenante dell’Inter alla gestione di Inzaghi. Poi ha detto la sua sulla decisione arbitrale in Inter-Juventus, e ha rilasciato un parere sull’eventuale ritorno di Conte e anche sulle prossime sfide in Coppa Italia e Champions League.

Sabatini, anche secondo lei l’Inter in questa stagione sembra avere due facce: in alcune occasioni vediamo una squadra forte e unita in altre, invece, un gruppo nervoso e privo di stimoli. Lei è d’accordo con quest’interpretazione? Se sì, dove pensa si possa individuare l’origine del problema?

Questa riflessione è comune e data dai risultati. Incidono molto le situazioni in sospeso che ci sono all’interno del club. Come, per esempio quella dei giocatori in scadenza di contratto, lo stesso Romelu Lukaku, quelli che erano leader e che, per un motivo o per un altro, si sono ritrovati fuori dagli undici titolari, tipo Marcelo Brozovic. E, poi, una convivenza difficile tra la vecchia guardia, costituita dai giocatori più famosi, e i giovani che sono un equivoco. Vedi il caso Kristjan Asllani, lui come altri presi per un percorso di crescita e, invece, ne stanno facendo uno di decrescita. Tutti questi particolari messi assieme possono contribuire a dipingere un quarto chiaro della situazione.

Sabatini, al duplice volto dell’Inter potremmo abbinare anche quello di Simone Inzaghi. Da molti viene considerato un allenatore competente solo nelle Coppe e incapace di condurre una squadra allo scudetto. Lei come la pensa a riguardo?

L’aggettivo incapace non lo appiccico a nessun allenatore. Inzaghi, ma non solo, è comunque bravo e che ha capacità, altrimenti non sarebbe dov’è. Che le sue capacità siano più da partita secca che non da torneo parla la sua storia, già alla Lazio. Proprio in riferimento a quel periodo, Inzaghi non si offenda, mi viene in mente qualche difetto che ha palesato. A volte mi è sembrato un po’ eccessivo in dichiarazioni e prese di posizione. È giusto lucidare le sue vittorie, ma sarebbe altrettanto doveroso rendersi conto sta guidando l’Inter. L’Inter non è la Lazio e, quindi, quando parla di vittoria storica a Porto non è consapevole che è una vittoria che fa cronaca. Perché la storia dell’Inter è molto di più che un ottavo di finale di Champions League superato.

Pensa che la dirigenza nerazzurra avrebbe potuto gestire meglio la questione Inzaghi? Mi riferisco alle critiche velate espresse in alcune occasioni da Marotta.

Credo che la comunicazione dell’Inter sia stata un po’ troppo da “Ognuno per sé e Dio per tutti”. Marotta ha difeso il proprio lavoro, facendo trapelare anche prese di posizione ufficiose, che possono aver creato qualche problemino. Lo stesso vale per Inzaghi. Penso che la sensazioni di gruppo compatto e molto coeso si sia un pochettino persa. In generale, però, non credo che il problema sia stato Marotta, che qualche volta ha un po’ punzecchiato Inzaghi. Piuttosto aver anticipato troppo presto ai giornali, siti, social, ai tifosi vip, i progetti e le strategie su un gran numero di giocatori. Su questo, secondo me, la società dovrebbe essere un po’ più furba. La linea è “fino al 30 giugno siete tutti dell’Inter e nessuna decisione è stata presa”. Sappiamo benissimo che non è così ma, a volte, è bene dirlo lo stesso.

Inter-Juventus è una di quelle sfide che il giorno dopo non smette di far discutere. Quest’ultima partita continua a far parlare anche a distanza quasi di una settimana. Quel è stata la sua primissima impressione sui presunti falli di mano di Rabiot e Valhovic sul gol di Kostic?

La prima impressione è stata quella che avessero toccato il pallone col braccio. Poi, viste bene le immagini, la certezza sul fallo di mano di Rabiot non c’è. Anzi, ci sono alcune immagini più attendibili in cui il giocatore è messo di fronte e si può addirittura vedere che c’è aria tra il pallone e il braccio. Non altrettanto si può dire sul secondo controllo di Vlahovic, in cui il braccio è attaccato al corpo ma comunque si aiuta nel controllo del pallone. È un episodio determinante perché è arrivato il gol ma, nel contesto della partita, l’Inter ha sbagliato a focalizzare tutto su quello. Come in altre occasioni aveva detto altro, mi riferisco per esempio agli episodi da VAR. In occasione della sfida di campionato dell’anno scorso o nel finale di Coppa Italia, era stato accettato il risultato dando più importanza alla prestazione rispetto agli episodi da VAR, che erano andati a scapito della Juventus. Questa volta è successo il contrario. Gli episodi possono anche essere al contrario, ma il giudizio e l’analisi della partita deve essere coerente. Penso che se si analizza Inter-Juventus limitandosi solo all’episodio del gol non si faccia un bene né al passato né al presente e tanto meno al futuro dell’Inter.

Dunque, secondo lei la prestazione dell’Inter contro la Juventus non è stata all’altezza e i nerazzurri dovrebbero focalizzarsi più su questo che non sull’episodio arbitrale in se?

Penso che la prestazione non sia stata all’altezza ma, soprattutto, che ci siano state da parte della Juventus e di Allegri alcune mosse tattiche che Inzaghi ha messo a fuoco con molto ritardo. Una su tutte Soulé, un ragazzino debuttante, messo lì per schermare Brozovic, da cui Inzaghi ha preso le contromisure, se le ha prese, molto tardi.

Sandro Sabatini, ai tifosi che individuano esclusivamente in Inzaghi il problema dell’Inter in questo momento, lei cosa risponderebbe?

Il problema non è mai solo l’allenatore, un giocatore o la dirigenza. Qualsiasi problema va declinato al plurale. In più, quest’Inter guidata da Zhang deve fare i conti con due annate di mercato con uscite che pareggiano le entrate. Si può vincere anche in questo modo, l’esempio è il Napoli. Nel caso dell’ultimo mercato credo che Inzaghi avrebbe fatto bene, anziché insistere su alcuni giocatori, che forse hanno già dato tutto all’Inter, a capire qual era la situazione. Sia chiaro, non che con lui in campo qualche partita di più sarebbe cambiata la classifica. Quelle di Inzaghi non sono colpe ma responsabilità, che avrebbe dovuto risolvere qualsiasi altro allenatore. Si può paragonare l’operato dei due anni di Inzaghi con quello dei due di Conte, ma bisogna tenere conto degli investimenti di cui ha beneficiato l’uno e l’altro. E non c’è paragone, sinceramente.

A tal proposito Sabatini, cosa ne pensa di un possibile ritorno di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter?

Io penso che sia impossibile per un motivo storico e aziendale. Conte è andato via con una buonuscita da sette milioni di euro e nel calcio non esiste una società che richiama un allenatore che due anni prima è andato via a queste condizioni. Dal punto di vista tecnico sarebbe assolutamente credibile e perfino logico un suo ritorno. Ma da un punto di vista aziendale è assolutamente da escludere. A questo, poi, si aggiunge il fatto che lui è andato via dall’Inter perché non crede più nel progetto Zhang. Un progetto che, al limite, è rimasto uguale e che non è assolutamente migliorato nel corso di questi anni.

I prossimi impegni dell’Inter nelle varie competizioni secondo Sabatini

Nel mese di Aprile l’Inter avrà un calendario di fuoco, fitto di impegni tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Con quale condizione fisica e psicologica ci arrivano i nerazzurri?

Non so dirlo con precisione, perché non mi compete la psicologia e, per quanto riguarda l’aspetto fisico, ci sono dati che solo lo staff dell’Inter potrebbe avere a disposizione. Però dico che l’Inter si appresta a fare una serie di partite che sono veramente tutte finali. Anche se sono dei quarti o semifinali hanno il valore di una finale. Una frase fatta, che dicevano soprattutto gli argenti è: “D’ora in poi saranno tutte finali”. Ecco, questo per l’Inter è il momento di dimostrarlo.

Sabatini, pensa che la semifinale di Coppa Italia contro la Juventus possa essere una partita di riscatto per l’Inter oppure la sconfitta in Campionato potrebbe aver procurato una ferita troppo profonda?

Possono essere vere entrambe le cose più una terza che aggiungo. Quando affronti nuovamente una squadra che ti ha appena battuto hai tanta voglia di riscatto ma hai anche qualche pensiero in più. Vedremo se saranno più i pensieri di riscatto o quelli di essere di fronte a un’avversaria che quest’anno di ha battuto due volte. Perché è questo che dice il campo.

Passando alla Champions League: anche Sandro Sabatini, come alcuni suoi colleghi pensa che l’Inter sia riuscita a passare gli ottavi con un po’ di fortuna o crede che sia stata una qualificazione meritata?

La qualificazione dell’Inter è stata meritata ma non escludo che ci sia stata un po’ di fortuna. Anche Inter-Barcellona nell’anno del triplete fu una qualificazione meritatissima ma accompagnata anche da un pizzico di fortuna. E non è una colpa averla. Ciò che è certo è che solo con la fortuna non vai da nessuna parte. Vinci il Superenalotto ma di sicuro non la Champions League. Credo che l’Inter sia passata contro il Porto perché lo abbia meritato nei 180′. Poi, chiaro che Denzel Dumfries all’ultimo minuto ha respinto sulla linea un pallone che sarebbe andato in porta. Però quello fa parte degli episodi ed è la fortuna o anche la bravura di avere quel giocatore lì. La fortuna pura è un’altra cosa.

Ai quarti di finale di Champions League l’Inter dovrà affrontare il Benfica. Quante chance può avere la squadra di Inzaghi? Potrebbe andare avanti? E, eventualmente, quale avversaria in semifinale preferirebbe tra Milan e Napoli?

L’avversaria preferibile per l’Inter è, naturalmente, il Milan. Per motivi coreografici ma, soprattutto, per la forza del Napoli. La partita tra Benfica e Inter è proprio il simbolo di quanto il calcio sia bello, affascinante ma anche difficile da spiegare con precisione aritmetica. Spiego perché. Il migliore del Benfica è Joao Mario, che ai tempi dell’Inter era il peggiore. Quindi, che spiegazione puoi dare? Credo che questo sia un avversario molto sottovalutato per l’Inter. Tutti i tifosi speravano di incontrarlo. Il Benfica quest’anno è il Napoli del Portogallo e quindi io credo che sarà un quarto di finale molto impegnativo per l’Inter. Potrà sicuramente superarlo però il pronostico vale quanto delle parole in libertà. L’esempio di quanto sia imprevedibile e, a volte, impronosticabile, il calcio, secondo me, è proprio Joao Mario.

Si ringrazia Sandro Sabatini per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Elisa Luceri) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.

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