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Qatar 2022, tutti i motivi per cui questo Mondiale non ci entusiasma (Inter a parte)

Nel bel mezzo del girone d’andata la Serie A si interrompe, come ogni altra competizione nazionale, per lasciare spazio al Mondiale in Qatar. Per riuscire a sopperire alla mancanza del campionato italiano (e non solo) basterebbe accendere il televisore e gustarsi lo spettacolo della rassegna internazionale. Ma ci sono davvero dei buoni e validi motivi per farlo?

IL PESO DEL QATAR – Per l’Inter, come anche per altri club italiani e non, questa stagione è iniziata un po’ a rilento. È parso di trovarci di fronte a una macchina in sovraccarico che, costretta ad affrontare abnormi sforzi fisici, ha faticato a partire. Ventuno sfide in tre mesi sono numeri, in questo caso dei nerazzurri, che parlano chiaro. Soprattutto, considerando che, a metà novembre scorso, l’Inter era a quota sedici partite. La differenza tra il passato e il presente? Di certo non le competizioni affrontate, che sono sempre le stesse: Serie A e UEFA Champions League. La novità di questo 2022 è il Mondiale organizzato in Qatar e, per questo, programmato in inverno. Un intermezzo, tutt’altro che lieto e leggero, pronto a gustare le feste (letteralmente, considerato il periodo natalizio al quale andiamo incontro). Delle interessate “logiche” politiche hanno portato all’assurda scelta di disputare la FIFA World Cup in una Paese che registra 45°C nel periodo estivo. Ma, per i piani alti, il caldo afoso non è un problema. Per eluderlo basta premere il bottone “OFF” sul resto delle competizioni. Tra le vittime sacrificabili (e sacrificali) c’è anche la nostra cara Serie A, che ripartirà solo il 4 gennaio 2023 dopo questo lungo stop obbligato.

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I retroscena dei Mondiali in Qatar 2022

REGOLE ANACRONISTICHE – Tutto questo sembrerebbe già sufficiente a far perdere l’entusiasmo, eppure ci sarebbe da affrontare ancora il punto focale di questi Mondiali. Il Presidente della FIFA, Gianni Infantino, prima dell’inaugurazione della Coppa del Mondo ha pregato di lasciare la politica fuori dalla porta. Una richiesta, questa, decisamente pretenziosa, soprattutto considerando quali sono i presupposti. In Qatar la preparazione dei Mondiali inizia con lo sfruttamento della manodopera impiegata per la costruzione degli stadi e delle strutture. Secondo alcune indagini svolte sul caso, nel corso dei sei anni di cantieri sono morti circa 6.500 lavoratori immigrati. Ad essere stati calpestati, però, non sono solo i diritti dei lavoratori ma di tutti i civili. La Nazione ospitante, infatti, ha reso note una serie di regole, anacronistiche e avvilenti, da rispettare all’interno degli impianti sportivi. Il divieto di bere birra assume una sfumatura quasi divertente, se paragonato alle “accortezze” richieste alle donne per gli indumenti e alle proibizioni che riguardano le coppie omosessuali. La barzelletta della fascia “One Love” è solo l’ultimo dei problemi. Se n’è parlato tanto ultimamente ma solo quando già troppo tardi.

Italia a casa. E per ora poca Inter “mondiale”

TRA ORGOGLIO E PAURA – A questo punto, la domanda sorge spontanea. Se l’Italia fosse stata tra le Nazioni partecipanti al Mondiale, la nostra visione sarebbe stata meno catastrofica? Di certo avremmo avuto uno slancio in più nel sintonizzare il televisore sui canali che in questi giorni stanno trasmettendo la competizione calcistica. E, sicuramente, molti di noi lo staranno facendo comunque. Con la speranza, magari, di assistere a qualche buona prestazione dei nazionali che vestono la maglia nerazzurra. Il lato positivo della Coppa del Mondo, infatti, è proprio la portata internazionale dell’evento. Un palcoscenico unico, capace di mettere in luce le qualità e il potenziale dei singoli giocatori. Se, da un lato, c’è la possibilità di rendere orgogliosi i propri tifosi, dall’altro, però, c’è sempre il rischio di spezzare qualche cuore. Il timore, infatti, è quello di perdere alcuni pezzi fondamentali della propria squadra sulla strada che separa Milano dal Qatar. L’Inter ha già subìto importanti e innumerevoli infortuni in questo inizio di stagione e l’ultima cosa di cui ha bisogno, al ritorno dalla sosta, è di averne di nuovi. Al momento le prestazioni dei nerazzurri in Qatar non stanno entusiasmando: al di là di ciò, questo Mondiale in Qatar è tutto fuorché esaltante. Dall’organizzione allo spettacolo in campo visto finora.

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