L’Inter deve cambiare capitano. E non per colpe di Handanovic
L’espulsione di Vidal ieri sera ha certificato un altro problema dell’Inter: quello del capitano. Non è un problema di Handanovic, che a differenza del suo predecessore non ha fatto nulla di particolare in negativo, ma serve avere una presenza “in campo” che non può garantire.
ESPULSIONE EVITABILE – Premessa doverosa: Arturo Vidal ha sbagliato con la reazione. Segnalazione ancor più doverosa: era rigore, e il primo errore è quindi dell’arbitro Anthony Taylor (vedi moviola). Ma l’espulsione l’Inter la poteva e doveva evitare. Come? Semplicemente capendo il momento e facendo valere le gerarchie. Chi è l’unico delegato a poter parlare con l’arbitro? Il capitano. Che non poteva esserci perché distante oltre settanta metri, in porta. L’Inter ha provato a farsi giustizia in autogestione, trovando un’espulsione che ha complicato ulteriormente una partita già in salita. Serviva uno che in primis prendesse Vidal e lo allontanasse, per parlare poi lui con l’arbitro.
SOLUZIONE DA TROVARE – Samir Handanovic non ha colpe. Quando è stato scelto, il 13 febbraio 2019, un motivo c’era e non c’è bisogno di riparlarne. Può benissimo essere lui il leader dello spogliatoio, quello con più presenze e tutto, ma in campo serve una presenza che un portiere non può dare. Questo vale per qualsiasi portiere, non solo all’Inter. Ci sono squadre, senza fare nomi, che appena succede una cosa del genere accerchiano l’arbitro, esagerando ben più di Vidal (e senza cartellini…). L’Inter, invece, lo gestisce male perché non può appoggiarsi sul proprio capitano, che di certo non può lasciare i pali dal nulla rischiando magari che gli avversari ripartano e facciano gol a porta vuota. Si trovi anche solo una soluzione intermedia, magari confermando il ruolo di Handanovic e indicando (chiaramente) un altro. Ma dev’esserci un delegato diverso in campo, “di movimento”, che aiuti l’Inter a evitare guai come ieri.