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Marotta: «Onana? No offerte, non sul mercato! Parametri zero Inter modello»

Si è concluso da poco l’intervento di Marotta all’evento Il Foglio a San Siro. Dal Meazza, l’AD Sport dell’Inter dopo aver parlato della conferma di Inzaghi (vedi articolo) ha anche spiegato certe dinamiche di mercato.

ACQUISTI “GRATIS” – Ieri il derby Milan-Inter l’hanno deciso due giocatori arrivati a costo zero, Edin Dzeko e Henrikh Mkhitaryan. Giuseppe Marotta mostra la sua soddisfazione per il funzionamento delle scelte di mercato: «I parametri zero? Questo è un modello che noi abbiamo voluto assumere anche nel rispetto dell’obiettivo di sostenibilità. Abbiamo cercato, questo l’ha fatto molto bene anche il direttore sportivo Piero Ausilio col suo collaboratore Dario Baccin, quei profili che non costavano niente in termini di investimento ma rappresentavano elementi di valore. Mi riferisco a Dzeko e Mkhitaryan, ma anche Hakan Calhanoglu, Francesco Acerbi, Matteo Darmian e André Onana. Sono tutti elementi che non hanno inciso dal punto di vista economico, ma sono risultati importanti».

NON IN VENDITA! – Nonostante le voci sul Chelsea, Marotta esclude che Onana possa lasciare l’Inter: «Oggi è difficile ipotizzare quella che è una pianificazione futura. Innanzitutto, ormai da qualche decennio, è chiaro che la volontà del giocatore è determinante al fine di una risposta negativa o positiva. Nella fattispecie per Onana ci sono due situazioni: la prima è che non abbiamo avuto nessun’offerta la seconda è che il giocatore è molto contento di stare qua. Da parte nostra non andiamo a cercare sicuramente di metterlo sul mercato».

IL “RIVALE” – Marotta parla di Cristiano Giuntoli che ha vinto lo scudetto col Napoli: «Per quello che lo conosco è un professionista molto attento, che ama anche fare delle valutazioni apparentemente rischiose. In un contesto, però, che gli dà la possibilità di lavorare bene. Sicuramente ha vicino un presidente di grande esperienza e uno staff molto valido. È stato molto bravo, ma anche l’allenatore che conosco molto bene è molto bravo dal punto di vista generale. Credo si possa dire che il Napoli abbia strameritato di vincere lo scudetto. Giuntoli alla Juventus? Sono scelte che spettano a lui, che esulano dalle mie cose. Posso dire che, quando un dirigente è corteggiato, significa che ha fatto molto bene».

IL RAMMARICO – A Marotta dispiace che una sua ex squadra sia in difficoltà: «Per quanto riguarda la Sampdoria mi dispiace non se la passi benissimo, Genova e la Sampdoria sono una realtà bellissima per la passione della gente, i colori di una maglia splendida e il suo passato. Che rischi di rimanere fuori dal calcio che conta mi dispiace, purtroppo non posso far nulla: non so quali siano le cause alimentate negli anni. Sono amareggiato e preoccupato, immaginare che possa sparire mi ha dato fastidio. Un ricordo di Roberto Perrone? Eravamo coetanei, ho avuto un buon rapporto di amicizia. Una persona di grande cultura, con grande passione per lo sport. Negli ultimi anni il suo voler curiosare anche nell’aspetto culinario ne ha fatto un personaggio richiesto spesso, aveva tanto da raccontare e una storia fatta di grande competenza e aneddoti».

IL BIANCONERO – Marotta torna sull’addio alla Juventus e il fatto che i bianconeri dopo di lui siano calati: «Credo che queste siano delle coincidenze. Sicuramente io, come tanti dirigenti, svolgo il mio lavoro con tanta passione e dedizione. Credo che questi valori e queste prerogative siano fondamentali per ottenere dei risultati, bisogna curare i particolari che fanno la differenza. Mi sento di dire che chi vuole fare il dirigente in una squadra sportiva non deve lesinare il tempo a sua disposizione, ma essere molto attento. Che la Juventus non sia andata più tanto bene e l’Inter sia andata bene fa parte delle coincidenze che capitano».

L’EX – Il rapporto fra Marotta e Antonio Conte è noto. Un giudizio sul suo addio al Tottenham: «Sorpreso? No, mi dispiace. Peraltro non è stato tanto bene, forse anche questo ha inciso nella sua decisione. Conte è un grande professionista, un amante del suo lavoro. Fa parte di quelle caratteristiche che dicevo prima: lui è uno che vive la professione con grande intensità, dedicandogli ore e ore al giorno. Queste sono prerogative fondamentali, poi se ha deciso di risolvere col Tottenham ha le sue ragioni. Luciano Spalletti resta a Napoli? Lui è un altro allenatore bravo. Leggevo che è il più vecchio che ha vinto lo scudetto. Lo conosco dal 1998 a Venezia, poi all’Inter: ha una leadership molto forte, capacità calcistiche tattiche e tecniche. Se lo meritava, dopo una carriera dove ha raccolto poco rispetto a quello che meritava».

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