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Condò: “Mourinho per l’Inter come Herrera, le sue innovazioni…”

Paolo Condò, in collegamento con lo studio di “Sky Sport”, ha parlato di José Mourinho elencando i punti di forza e di innovazione del tecnico portoghese, riferendosi in particolar modo alla sua grande esperienza sulla panchina dell’Inter

LA COMUNICAZIONE COME FORZA – Si parla di un grande punto di forza di Mourinho, la comunicazione: «Mourinho lascia dietro di sé una lunga trafila di trofei e una capacità di legarsi con i suoi giocatori, anche se Mourinho rende per 2 anni poi qualcosa si spezza, stanca i giocatori. Il suo posto nella storia lo ha guadagnato con la comunicazione, ha rivoluzionato in maniera talvolta brutale il concetto di comunicare. Curioso che accade sempre all’Inter e con la famiglia Moratti. Helenio Herrera aveva rivoluzionato la comunicazione in senso interno, con i cartelli negli spogliatoio, Moruinho in senso esterno con il “io non sono un pirla”, il “zero tituli” o le manette. Lui crea la comunicazione e la fa diventare evento, dà forza ai giocatori e mette in crisi gli avversari».

IL PARAGONE CON HERRERA – Condò paragona Mourinho a un altro grande allenatore nella storia dell’Inter, Helenio Herrera: «Lui come Herrera sono un tipo di allenatori che pur praticando un calcio atletico e muscolare riescono a farlo fare a giocatori di raffinatissima qualità tecnica. La prima preoccupazione di Mourinho dopo la prima stagione e l il primo scudetto fu inserire un uomo di maggiore qualità come Sneijder nel suo centrocampo che era un reparto molto muscolare. Poi Milito, Eto’o e Pandev che giocano assieme come ali e terzini nel 4-2-3-1 che ha vinto il Triplete. Riuscire a convincere questi giocatori, pensiamo a Eto’o che è uno degli attaccanti più straordinari che abbia mai visto, e convincerlo a rientrare e coprire deve essere stato un lavoro psicologico che solo se hai una straordinaria autorevolezza riesci a fare».

CHE TIPO DI ALLENATORE – Condò spiega quella che secondo lui è una grande forza tattica di Mourinho: «Io trovo che sia più un allenatore difensivo, ma la sua grande forza innovativa credo sia stata la capacità di dividere la partita in segmenti. La maggior parte erano segmenti difensivi, ma con un cambio o un ordine che dava arrivava il segmento offensivo che in alcuni casi gli dà la vittoria».

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