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Hakimi male in Inter-Torino, ma imprescindibile per Conte: c’è un motivo

Hakimi deve ritrovare fiducia e ritrovarsi dopo un inizio tra alti e bassi. Alcune giocate “suicide”, perlopiù in difesa, vanno corrette quanto prima. Eppure l’Inter di Conte non può fare a meno del suo apporto, soprattutto per organizzare la fase di spinta.

SOTTOTONO – La prestazione di Achraf Hakimi contro il Torino non è stata indimenticabile. Anzi, tutt’altro. L’esterno destro nerazzurro inizia male e finisce senza acuti. Escludendo il rigore ottenuto, quello sì decisivo ai fini dei risultati. Sebbene ci sia da ringraziare Nicolas Nkoulou per la follia difensiva. Gli errori tecnici – come i folli appoggi all’indietro, gli stop mancati in ricezione e le conclusioni lisciate in area – non aiutano il ragazzo a ritrovarsi dopo le ultime critiche ricevute. Meritatamente. Nel primo tempo il numero 2 dell’Inter si fa notare poco in fase di spinta. Il paradosso è vedere Danilo D’Ambrosio che, da terzo destro di difesa, arriva sul fondo per cercare il cross in mezzo, grazie ai movimenti di Hakimi verso il centro (vedi analisi tattica di Inter-Torino, ndr). Precisa richiesta di Antonio Conte oppure situazione estemporanea? L’impressione è che ci sia una preparazione dietro, ma in Inter-Torino è stata messa a punto in maniera perfetta.

INAMOVIBILE – Non è un caso che nel finale, dopo l’uscita di D’Ambrosio, anche Hakimi ha giovato della presenza di Milan Skriniar alle sue spalle. E soprattutto di Ivan Perisic sull’altra fascia al posto di Ashley Young, protagonista in negativo a San Siro (non solo per il rigore causato…). Se l’Inter inizia ad attaccare anche da sinistra, Hakimi ha più libertà sulla destra, quando chiamato in causa. Preoccupandosi meno della fase difensiva e di accentrarsi. Restando largo, in quanto unico esterno che batte quella corsia, il classe ’98 marocchino può fare la differenza come sa. Nella preparazione di Inter-Torino Conte lo ha un po’ “frenato”, ma le sovrapposizioni create non vanno sottovalutate. È mancata precisione, da parte di Hakimi (soprattutto!) e dei compagni. Conte però non può fare a meno di lui, se c’è da attaccare sulla destra. Vale la pena continuare a lavorare su determinate consegne tattiche, anche se da Hakimi ci si aspetta una reazione concreta anche dal punto di vista tecnico. Le future fortune nerazzurre passano pure dai suoi piedi.

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