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Correa, nella fine il principio? Inter, la storia non deve ripetersi

Joaquin Correa è sulla lista dei cedibili dell’Inter. E dalla sua eventuale cessione passa l’ultima fase della strategia nerazzurra sul mercato. Che non deve vedere ripetersi le dinamiche di due anni fa.

FINE ESTATE – La storia tra Joaquin Correa e l’Inter rischia di assumere indelebilmente i colori tipici dell’estate che finisce. Sia per i toni malinconici propri di questo periodo, che descrivono perfettamente il biennio nerazzurro del Tucu. Sia perché è il momento che vede l’inizio di questa storia e che potrebbe – “dovrebbe”, per i dirigenti nerazzurri – vederne anche la fine. Correa arrivò all’Inter il 26 agosto 2021, su esplicita richiesta di Simone Inzaghi per colmare – assieme a Edin Dzeko – il vuoto lasciato da Romelu Lukaku e non colmabile da Marcus Thuram, all’epoca fresco di infortunio. E quasi due anni dopo il copione è già all’epilogo, con dinamiche (quasi) opposte nonostante gli stessi protagonisti. Ma è proprio dai cicli ricorrenti della sua storia che l’Inter deve imparare a non commettere gli stessi errori.

COSTI ELEVATI – Due anni dopo Thuram è finalmente riuscito a diventare un nuovo attaccante dell’Inter. Mentre Lukaku ha di nuovo voltato le spalle ai nerazzurri. E Correa è passato da possibile innesto di qualità, portatore di maggior creatività in attacco, a esubero non dichiarato della rosa. Dal peso non indifferente a bilancio. Tra ammortamento e stipendio, il Tucu costa 14,8 milioni di euro a stagione. Un peso del quale l’Inter vuole liberarsi quanto prima, visto anche lo scarso rendimento correlato (10 reti in 77 presenze in due stagioni). Anche per trovare quel budget necessario a rinforzare l’attacco, dopo gli arrivi di Marcus Thuram e Marko Arnautovic (ufficiale da ieri). A patto però di non adottare lo stesso approccio che portò al suo acquisto.

PIANIFICAZIONE > ISTINTO – Nel 2021 l’Inter prelevò Correa dalla Lazio per riempire l’ultimo slot in attacco con un attaccante con caratteristiche leggermente diverse da quelle degli altri profili in rosa. E si scelse di assecondare le richieste di Inzaghi, forte di 30 gol in tre stagioni col Tucu alla Lazio. Fin qui nulla di male: meglio andare su un profilo già noto all’allenatore, e che già conosce la Serie A, piuttosto che andare su soluzioni più rischiose. Furono però i dettagli economici (6 milioni di prestito oneroso + 27,3 milioni di riscatto obbligatorio) ad aumentare esponenzialmente il coefficiente di rischio. Sostenendo una spesa di fatto insostenibile per l’Inter. Che oggi a maggior ragione non può permettersi un’operazione così rischiosa. Perlomeno non su un profilo così “vecchio” (27 anni al momento dell’arrivo a Milano) e così propenso agli infortuni. Se gli ultimi giorni di mercato non dovessero concedere occasioni improvvise (l’Arsenal che abbassa le richieste per il 22enne Folarin Balogun?), meglio piuttosto andare sull’usato sicuro, che garantisce tanta resa a fronte di una bassa spesa. Posticipando al 2024 l’investimento più oneroso su un attaccante in grado di cambiare davvero le fortune dell’Inter.

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