Conte, tutto da rifare: l’Inter ritorna a un anno fa, ma con qualche certezza in più
Conte continua a chiedere un’Inter in grado di vincere subito, ma al momento la rosa con cui deve lavorare non è poi tanto diversa da quella di un anno fa. Un po’ per scelta personale, un po’ per decisione societaria. Il 2021 si riapre con Vecino ma è ovvio che non possa finire qui
VIAVAI DI FANTASMI – L’addio – si spera, perché un altro arrivederci sarebbe una presa in giro esagerata – di Radja Nainggolan all’Inter modifica i piani di Antonio Conte esattamente da zero a zero. Ma è zero anche il budget da reinvestire sul mercato, visto il ricavo al momento nullo. Il centrocampista belga non è mai stato preso in considerazione dal tecnico, che ha avuto buoni motivi dalla sua parte. Il “rimpiazzo” nel ruolo di Nainggolan oggi si chiama Matias Vecino, che torna a disposizione dopo un anno praticamente perso. Non cambia assolutamente nulla per Conte, che allo stesso modo spera di aver recuperato Stefano Sensi, così da ristabilire le gerarchie. A farne le spese, ovviamente, Christian Eriksen, in attesa di sistemazione. Si può parlare di Vecino come “nuovo acquisto” per il 2021? No, no e ancora no. Ma numericamente questo offre il “mercato interno”. A livello atletico di sicuro il desaparecido uruguayano può far meglio del fantasma di Nainggolan, sperando che a gennaio qualcosa si muova grazie ad altre uscite più “corpose”. Per quanto riguarda il discorso tecnico-tattico, sembra automatico il ritorno al 3-5-2 impostato a metà 2019, sebbene Conte non voglia disperdere il lavoro fatto sul 3-4-3 (3-4-1-2 o 3-4-2-1).
PICCOLE NUOVE CERTEZZE – L’unico elemento in più è il pupillo Arturo Vidal, che prende il posto di Borja Valero, riapparso un anno fa proprio in emergenza. Per Conte è una certezza, ma il cileno deve ancora dimostrarlo in campo. Il salto di qualità, rispetto a dodici mesi fa, passa dalla fascia destra, dove Achraf Hakimi è chiamato a migliorare le prestazioni di Antonio Candreva. Avendo come backup Matteo Darmian anziché Victor Moses. Ma soprattutto, evitando che si debba ricorrere a Danilo D’Ambrosio in posizione avanzata. Per il momento a sinistra c’è anche un Ivan Perisic in più, che di certo non potrà fare peggio di Cristiano Biraghi annata 2020. Per il resto, toccherà ad Aleksandar Kolarov tornare nelle gerarchie di Conte, in una difesa che ha perso Diego Godin ma ritrovato un Milan Skriniar versione HD. In attacco, invece, con Alexis Sanchez sempre a mezzo servizio, non sarà di certo la figurina di Andrea Pinamonti ad alzare il livello rispetto a quella di Sebastiano Esposito, ormai è chiaro. Cosa cambia rispetto a un anno fa? Covid-19 a parte, la mancanza di obiettivi internazionali (Europa League). L’unica “ancora di salvezza” per Conte. Altro che Vecino-21, a gennaio qualcosa dovrà muoversi sul mercato. Vero, Inter?