Barella si conferma costante, e non solo per l’intensità in campo
Nicolò Barella è uno dei migliori giocatori dell’Inter, ormai è conclamato. Il centrocampista continua a farsi apprezzare per le doti che più che lo contraddistinguono: intensità, grinta e lucidità, dal primo all’ultimo minuto. Ma è un altro il dato (che non sorprende) in cui si conferma.
CRESCITA COSTANTE – Nicolò Barella non si può più associare al concetto di “sorpresa”, ormai orbita perennemente nella “costanza”. Anche in questo tribolato avvio di stagione dell’Inter, il numero 23 è uno dei migliori, un’àncora per molti compagni anche più esperti di lui. E non va più rinchiuso nel perimetro della mezzala tutta grinta e recuperi (dato che analizzeremo tra poco). Come si vede sempre più spesso, Barella è uno degli epicentri qualitativi del gioco nerazzurro. Tanto che, in fase di possesso, dopo aver aiutato i compagni a costruire la manovra tende a posizionarsi al centro della trequarti, a supporto delle punte. Ed è qui che la sua crescita si vede in modo più florido.
NUOVO RUOLO – Antonio Conte ha cucito sul 23 un ruolo da enganche puro, un collegamento diretto tra centrocampo e attacco, dalla duplice utilità. Da un lato, aiutare la squadra a salire; dall’altro, favorire le imbucate offensive della coppia d’attacco. Perché al giovane sardo la qualità non manca, anzi. E infatti, in questa stagione Barella è il miglior assistman dell’Inter. Quello di ieri sera, sontuosamente splendido, a Lautaro Martinez è il quarto della sua stagione. Non è certo una statistica desueta per il classe 1997, che ha chiuso a quota 7 assist il primo anno in nerazzurro. Semplicemente, certifica ancor di più la sua centralità nell’Inter, unica pedina davvero imprescindibile nella zona nevralgica del campo.