All’Inter una caratteristica manca da troppo tempo: il mercato la colmi
In questi giorni si stanno sentendo tanti nomi sull’Inter a livello di calciomercato, ultimo in ordine di tempo Stefano Sensi (vedi articolo). Fra i tanti profili però ce ne sarebbe uno in particolare che andrebbe cercato con maggiore attenzione, perché si tratta di una lacuna che dura da troppi anni.
MANCANZA DA COLMARE – Dalla fine della stagione 2012-2013, ossia da quando sono andati via nel giro di pochi mesi Wesley Sneijder (ceduto a gennaio) e Cristian Chivu (ultima presenza in carriera il 5 maggio 2013), all’Inter è mancato quasi del tutto un giocatore bravo a battere i calci piazzati. Nel corso degli anni sono transitati elementi che erano in grado di farlo (il migliore Éver Banega, ma anche Adem Ljajic era riuscito ad andare in gol nel 2015-2016) ma sono rimasti al massimo per una stagione, troppo poco per colmare una lacuna che la rosa del campionato concluso da tre settimane e mezzo ha mostrato in tutta la sua drammatica realtà: zero gol su calcio di punizione diretto.
POCHISSIMO – L’ultima stagione dell’Inter ha visto settantacinque reti in tutte le competizioni (vedi articolo), ma nessuno sugli sviluppi di un calcio di punizione. Solo cinque sono arrivati a seguito di un calcio d’angolo: Matias Vecino al Tottenham (su sponda) il 18 settembre, Mauro Icardi alla Roma (ultimo gol non su rigore dell’ex capitano) il 2 dicembre, Radja Nainggolan alla Sampdoria (di nuovo su sponda, e pure casuale) il 17 febbraio, Stefan de Vrij al Milan (da schema con corner corto a liberare Matteo Politano al cross) il 17 marzo e Roberto Gagliardini al Genoa il 3 aprile. Una miseria, in un calcio come quello attuale dove i calci piazzati contano tantissimo.
ORA SI RISOLVA – L’ultimo gol dell’Inter su punizione diretta è addirittura del 17 aprile 2018, Joao Cancelo contro il Cagliari e pure in maniera fortuita (partiva come un cross, si è trasformato in tiro senza volerlo), per il resto pochissime soddisfazioni e tanti schemi o battute a rete da dimenticare. Piero Ausilio e Giuseppe Marotta pensino anche a questo dettaglio, tutt’altro che marginale, nel costruire la prima Inter di Antonio Conte: alla Juventus il nuovo allenatore nerazzurro poteva contare su maestri del genere, in primis Andrea Pirlo, e su angoli o punizioni ha risolto tante partite a suo favore. Sarebbe un peccato non poterlo sfruttare.