Calciomercato

Pedullà: “Lukaku-Juve, ipotesi Icardi-PSG. Nainggolan, Inter apre: 3 offerte. Gabigol…”

Alfredo Pedullà – giornalista del “Corriere dello Sport” -, nel consueto momento social di “Aspettando Calciomercato” su Sportitalia, spiega nel dettaglio qual è la situazione dell’Inter legata soprattutto ai nomi di Lukaku, Icardi, Nainggolan e Gabigol

LUKAKU SI ALLONTANA – Il mercato dell’Inter sta per conoscere la verità in attacco, Alfredo Pedullà presenta uno scenario molto preoccupante: «Paulo Dybala torna: o va a Torino oppure direttamente a Londra, perché Maurizio Sarri avalla totalmente l’acquisto di Romelu Lukaku. Lukaku ha dato il sì all’Inter, ma l’affare può andare in porto se l’operazione tra le due società si concretizza: il sì di Lukaku non può mica diventare operativo se l’Inter ora è ferma su un’offerta ritenuta non congrua dallo United… Duvan Zapata (Atalanta) era un piano, un mese fa si parlava anche di Ante Rebic (Eintracht Francoforte): può essere un’operazione da 45 milioni di euro e c’è la concorrenza dell’Atletico Madrid, ma l’Inter in questo momento vuole sbloccare Edin Dzeko (Roma) per dare subito un attaccante ad Antonio Conte».

ICARDI E NAINGGOLAN – Testa soprattutto agli esuberi, Pedullà non garantisce soluzioni immediate: «Per esclusione, se la Juventus chiude l’operazione Dybala-Lukaku, Mauro Icardi ha due strade in Italia: Napoli e Roma, mentre all’estero c’è il Paris Saint-Germain che l’argentino ha sempre rispedito al mittente, ma deciderà lui che per adesso respinge tutto. Radja Nainggolan è una tentazione forte di tre squadre, ma conterà molto il gradimento del calciatore e il pagamento dell’ingaggio da 4.5 milioni, perché ci sarà l’apertura dell’Inter al prestito: la Sampdoria offre 3 milioni per l’ingaggio ma non ha appeal per Nainggolan, la Fiorentina 2.5 milioni e si potrebbe concretizzare sia se alzasse un po’ di più l’offerta sia se non ci fossero altre alternative, mentre il Cagliari è fermo a 1.5 milioni, comunque non si sbloccherà subito. Gabigol non si è ambientato bene in Italia, poi se gli viene messa l’etichetta del bidone perché costa 30 milioni io non penso che sia un bidone: magari tornerà in Europa dopo aver fatto bene in Patria».

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