Marotta: «Inter, grazie Zhang! Altrimenti chissà cosa sarebbe successo»
Marotta ha parlato del suo rinnovo con l’Inter ringraziando la famiglia Zhang. Poi ha anche parlato del calcio italiano e della sua carriera. L’Amministratore Delegato nerazzurro ne ha parlato in un intervento nel Podcast Wolf, condotto da Fedez e pubblicato su YouTube.
MOMENTO ATTUALE – Beppe Marotta ha parlato così dell’Inter attuale, con la corsa scudetto e il suo rinnovo: «Moggi dice che vinco lo scudetto? Mi tocco (ride, ndr). Siamo in una fase interlocutoria del campionato. Ho rinnovato da poco il mio contratto con l’Inter e ringrazio il presidente Zhang. Quando smetterò di lavorare per l’Inter mi dedicherò a quello che è l’aspetto dello sport come fenomeno sociale. Ancora oggi siamo indietro rispetto il resto dell’Europa. Vorrei che chi giocasse a calcio a livello giovanile lo possa fare gratuitamente senza dover pagare. Perché significa che il sistema non funziona. Vorrei che il sistema scolastico sia l’occasione per fra crescere i nostri ragazzi».
CALCIO IN ITALIA – Marotta parla del calcio italiano facendo un paragone con l’Inter: «Futuro del calcio in Italia? Faccio l’esempio con Milano, una metropoli con due grandissime società di calcio che oggi sono nelle mani di due capitali stranieri e dico menomale. Dalla mia parte, se immagino per un momento non ci fosse stata la presenza della famiglia Zhang io non so cosa sarebbe successo dell’Inter. Non analizzo il Milan perché è un’altra società, ma di fatto si sono susseguite 2-3 proprietà. Questo depone che c’è la necessità di andare a prendere capitali dall’estero che ti dia la possibilità di svolgere delle attività. Oggi siamo in una fase di involuzione dal punto di vista della produttività in termini economico. Perché la Premier League produce molto di più in termini di ricavi. Dal punto di vista del botteghino l’Inter è con merito prima nel campionato passato con 2 milioni di spettatori presenti».
Marotta racconta la sua carriera dal punto di vista professionale
Marotta parla anche della sua crescita professionale nel mondo del calcio: «In tutte le società dove sono stato ho imparato molto. Crescevo anche come uomo, perché ho iniziato a 20 anni e l’esperienza mancava. È stata una crescita lenta, sono partito dalla provincia facendo una bella gavetta. Se c’è un momento veramente toccante è stato quando nel 1998 ho vinto il campionato di Serie B con il Venezia. Nella vita poi bisogna sempre alzare l’asticella. Quale obiettivo adesso? Ho ricevuto molto dalla vita e dallo sport, quindi adesso è arrivato il momento che anche io dia qualcosa».