Zamorano: “Lukaku riferimento. Inter, derby speciale. Il mio ricordo…”
Ivan Zamorano, ex giocatore dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Inter TV in occasione della sua visita al Centro Sportivo Suning in memoria di Angelo Moratti
INIZIO STAGIONE – «È sempre bello tornare a casa, l’Inter per me è molto importante ed è per questo che sono felicissimo di essere qui. Quello della squadra è stato un inizio di stagione assolutamente positivo, tre partite e tre vittorie in Campionato, il gruppo si sta armando bene, Conte ha trovato un equilibrio tra i reparti, lotteremo fino alla fine. I risultati positivi sono sempre importanti per i calciatori, per le motivazioni e per la fiducia. In Champions League sappiamo le difficoltà che hanno tutte le squadre. Lo Slavia Praga ha fatto una buona partita a San Siro, abbiamo cominciato con un pareggio ma ho molta fiducia che nelle prossime gare possiamo continuare a lottare e giocare per la vittoria».
DERBY – «Il derby è una partita diversa, si sente già in settimana per le strade, al ristorante, qui al Centro Sportivo, la gente lo vive in una maniera speciale, è una partita che si vuole vincere dal principio fino alla fine. La buona preparazione in settimana è importante, soprattutto mentalmente, da questo punto di vista mi sembra che la squadra sia predisposta per fare una bellissima partita e come successo tante volte per vincere il derby».
AMARCORD – «Il ricordo più bello di un derby è stato il primo che ho giocato, abbiamo vinto 2-0 con il secondo gol mio di testa ed è stata una partita bellissima, una sfida affascinante ed una serata magica, rimarrà sempre nel cuore».
ATTACCO – «L’Inter ha attaccanti con caratteristiche differenti: Lukaku è più un punto di riferimento in area, anche grazie alla sua prestanza fisica, gli piace finalizzare lì la giocata. Lautaro può venire più dietro, è un lottatore incredibile, sente la partita e lotta, infine Sanchez può giocare su tutti i fronti d’attacco. Questi attaccanti daranno tanta allegria all’Inter». Queste le parole di Ivan Zamorano.