Pasqualin: “Montero era quasi dell’Inter, poi chiamò Moggi! Con Mazzola…”
Montero prima di firmare con la Juventus andò davvero a un passo dall’Inter. A raccontarlo è l’avvocato e procuratore sportivo, Claudio Pasqualin, per la rubrica “I racconti dei protagonisti” di “Tutto Mercato Web”. La chiamata di Moggi cambiò le carte in tavola, non senza un pizzico di scorrettezza. Di seguito il suo racconto
A UN PASSO – Paolo Montero poteva firmare con l’Inter prima di andare alla Juventus, come racconta Claudio Pasqualin: «Dal 92 al 96 aveva disputato ottime stagioni con l’Atalanta di Marcello Lippi così da entrare nel mirino di Inter e Juventus. Iniziammo le trattative con tutte e due visto che era in scadenza. Trovammo l’accordo con i nerazzurri al punto di giungere nella sede che si trovava in Piazza Duse. Tutto fatto. Io e Andrea D’Amico andammo per definire».
CHIAMATA – A cambiare la storia fu una chiamata di Luciano Moggi: «Ricordo che attraversando la hall intravedemmo il presidente Massimo Moratti e i suoi uomini, tra cui il direttore Sandro Mazzola. Stavamo per entrare, all’improvviso squillò il cellulare di Andrea. Era Moggi. Ci disse che la Juventus avrebbe aderito alle nostre condizioni economiche. In sostanza, avevano calato le braghe. Ma arrivati lì, con gli uomini nerazzurri davanti a noi che aspettavano soltanto le firme, dovevamo trovare il modo per non firmare con l’Inter».
SCORRETTEZZA – Pasqualin racconta anche come riuscirono a svincolarsi dall’accordo con l’Inter: «Dal punto di vista dialettico, approfittando del ritardo di Montero che era in viaggio da Bergamo, mettemmo in dubbio la sua attendibilità. Mazzola ci chiese il motivo del ritardo, la risposta fu ‘non è che Paolo sia solo poco puntuale, a volte anche i comportamenti lasciano a desiderare’. Dovemmo mettere Montero in discussione come uomo e come figura professionale per prendere tempo. Intanto lo avvertimmo di proseguire non per Milano ma per Torino. Andammo da Moggi e firmammo l’accordo. Poco corretto? Il procuratore deve perseguire gli interessi del proprio assistito. E l’interesse di Montero era ritrovare Lippi. Ci riuscimmo».