Bergomi: «Inter sempre proiettata nel futuro. Ho una maglia in un quadro»
Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter, ha parlato al podcast nerazzurro in occasione del lancio della nuova maglia con il nuovo logo
MAGLIA – Queste le parole di Beppe Bergomi, ex capitano dell’Inter, nel corso della puntata speciale di “Inter Podcast“, in occasione del lancio della nuova maglia con il nuovo logo. «Mi è capitata quella maglia verde, con le striscioline strane e con il numero giallo, quella era stata un po’ più stravagante oppure nei primi anni ’80 avevamo la maglia gialla che per allora era già una grande novità. L’Inter è sempre stata proiettata nel futuro, da quando siamo nati è la nostra storia. Ma, per quanto riguarda la mia prima maglia, io arrivo dal settore giovanile e quindi io, la prima volta che mi hanno dato la borsa con tutto il materiale i miei occhi si sono illuminati perché vedere quelle maglie, storiche di lana pesanti, con le righe molto larghe, insomma era uno spettacolo».
PRIMA MAGLIA – Bergomi sulla prima maglia della squadra nerazzurra che ha indossato. «La prima maglia che ho indossato era dell’anno ’80/81 ed era quella dove indossavamo lo scudetto. Io quella maglia ce l’ho in un quadro insieme alla maglia dei campioni del mondo del 1982, le ho messe lì perché quelle era stata la mia prima maglia. E come materiale eravamo già avanti perché era molto leggera quella estiva, perché allora c’era la maglia estiva e quella invernale. Quando uno nasce nel settore giovanile la sente addosso questa maglia perché ti crea quel senso di appartenenza, quei valori che questa maglia, questa società esprime. E sono valori diversi da tutte le altre squadre, né migliori né peggiori, e quindi te la senti addosso».
MILANO – Bergomi sulla città di Milano. «La città di Milano è la mia città. Sono nato a Milano e ho vissuto nella bassa, a Settala. Ma poi mi sono sposato qui, è una città europea, sempre in crescita. E’ giusto esprimere qualcosa di nuovo. Quindi mi identifico molto, la mia milanesità è questa, che è un po’ razionale ma che però identifica bene quali sono i valori del popolo lombardo e milanese».