Interviste

Biraghi: «Faremo il massimo! Onore essere capitano della Fiorentina»

Biraghi è stato uno dei protagonisti della conferenza stampa di vigilia di Fiorentina-Inter. In attesa delle parole di Inzaghi, il difensore e capitano della squadra viola ha risposto alle domande dei giornalisti presenti a partire dalle ore 18.45. Rileggi il contenuto della diretta testuale (aggiornato dal basso verso l’alto). «

Quello che è successo a Basilea, lo stop per il tifoso che si è sentito male rappresenta il rapporto che avete voi con i tifosi

Era doveroso non appena abbiamo saputo di questo malore, fermare un attimo per cercare di capire cosa era successo perché all’inizio le prime voci è che la situazione era veramente a limite e che in quel momento non c’erano dottori. Era importante chiamare l’attenzione di qualcuno che andasse a vedere cos’era successo. Il legame con Firenze è molto bello.

Qualcuno ha parlato con te della finale?

Per molti è la prima finale da giocare, però non vedo apprensione o preoccupazione. Vedo tanta voglia di arrivare il prima possibile a domani a iniziare la partita. Questo è quello che percepisco. Domani dopo il fischio le emozioni si lasciano andare.

 Giochi da capitano della Fiorentina, che emozione provi?

Portare la fascia semplice non è come portarla da altre parti. È particolare, ma non è un peso. Bensì un orgoglio. Portare avanti un’ideale da quando Davide aveva portato la fascia. Un percorso che abbiamo iniziato quasi insieme, l’inizio di un nuovo ciclo. Ventitré giocatori nuovi, cinque o sei nazionalità diverse. L’obiettivo suo e di tutta la squadra era quello di rifondare tutto e cercare di ritornare ai livelli che la Fiorentina era prima. Poi purtroppo il nostro capitano è venuto a mancare e Pezzella, Badelj e io stesso abbiamo promesso di portare avanti quel concetto, cioè mettere da parte tutto e pensare solo alla Fiorentina.

Che Fiorentina dovrà essere domani?

La Fiorentina andrà in campo senza avere rimpianti. Faremo il massimo di quello che potremo fare, non so se vinceremo o perderemo, però sicuramente a fine partita non avremo niente da recriminarci.

Qualcosa è cambiato, cosa è scattato dopo la partita di Basilea? La consapevolezza di poter fare la storia?

Una svolta particolare non c’è, però la continuità dei risultati che abbiamo avuto. Da quel momento è cresciuto l’entusiasmo. L’ambientamento dei giocatori nuovi ha aiutato. Il tifoso fiorentino è particolare e va capito, è un tifoso che per la Fiorentina mette da parte tutto, anche la vita. Quindi è stato importante anche per i nuovi capire questo. Noi domani vogliamo portare Firenze dentro il campo.

Tu hai un rapporto particolare con Firenze, come ti immagini una città in festa?

Non so se non voglio immaginarlo perché vorrei vederlo, non immaginarlo. Però abbiamo visto anche ieri che abbiamo fatto allenamento a porte aperte, abbiamo sempre avuto grande sostegno quindi c’era un entusiasmo che si respira appena apri porta di casa.

Cosa è cambiato in questo gruppo?

Quando arrivi a raggiungere questi livelli con due finali in un anno significa che c’è una serie di cose che sono state fatte a livello importante. Una di queste è la compattezza del gruppo e tirare tutti nella stessa direzione. Tutte componenti che ti portano a giocarti una finale di Coppa Italia e una di Conference League

Siete venuti fuori da un momento delicato, hai toccato delle corde particolari?

Normale che essendo un capitano quando le cose non vanno bene si cerca qual è il problema, ma non è mai semplice capirlo perché ognuno ha il suo pensiero. Però volevamo continuare a credere in quello che stavamo facendo perché nei momenti di difficoltà è facile perdere un attimino la retta via e pensare che quello che si sta facendo non è poi così determinante. Il mister da quando è arrivato tutto lo abbiamo ascoltato, anche nei momenti di difficoltà non è stato difficile continuare a stimolare i miei compagni.

Avresti mai immaginato di giocarti due finali?

Ho sempre pensato a inizio stagione anche quando avevamo qualche difficoltà, ho detto che dovevamo stare sempre uniti seguendo le indicazioni dell’allenatore perché solo con questa idea di gioco potremmo uscire da questo momento, ero convinto perché ero in campo in allenamento e vedevo che mancava pochissimo e la strada era quella. Era solo questione di tempo e di aspettare qualche compagno per adattarsi al nuovo campionato.

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