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Inter-Juventus: Inzaghi regge fino ai cambi ma cade nella trappola di Allegri

Inter bella a metà o poco più. L’1-1 di San Siro conferma le lacune della rosa di Inzaghi, che prepara la partita alla perfezione ma è costretto nuovamente a cambiarla in corsa senza grandi alternative. E infatti le possibilità di durare fino al triplice fischio finale sono nulle, episodi a parte. Allegri può festeggiare per il punto guadagnato, perché in casa nerazzurra sono (altri) due persi in modalità fotocopia. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Juventus

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Inzaghi per affrontare la Juventus in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Inter-Juventus formazione ufficiale
Inter-Juventus formazione ufficiale

MODULO – Confermato il 3-5-2, a cui la Juventus prova a specchiarsi. L’Inter è quella delle grandi occasioni, con Calhanoglu riproposto dal 1′ anche a causa del forfait last minute del grande ex Vidal.

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 16′ Dzeko mette in porta la palla che riceve direttamente dall’incrocio dei pali colpito da Calhanoglu, che da fuori area libera un destro velenosissimo deviato da Locatelli (1-0). Nella ripresa, all’89′ Dybala supera Handanovic su rigore, assegnato grazie al VAR per fallo di Dumfries su Alex Sandro (1-1).

MODIFICHE – Al 62′ primo cambio per Inzaghi: fuori Calhanoglu, dentro Gagliardini. L’italiano agisce da mezzala sinistra. Al 72′ primo doppio cambio per l’Inter: fuori Perisic e Lautaro Martinez, dentro Dumfries e Sanchez. L’olandese si posiziona largo a destra facendo traslocare Darmian a sinistra, invece il cileno agisce libero alla sinistra di Dzeko. Al 90′ quarto e ultimo cambio nerazzurro: fuori Barella, dentro Vecino. L’uruguayano chiude da mezzala destra (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Juventus formazione finale
Inter-Juventus formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Juventus visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Altra prestazione enorme, stavolta complicata dalla presenza del grande rivale Cuadrado nell’uno contro uno, ma nuovamente il migliore: Perisic. Un 7.5 meritatissimo (vedi pagelle di Inter-Juventus). Esiste un’Inter con Perisic, quella che vince 1-0 fino al 72′. Ed esiste un’Inter senza Perisic, quella che perde 0-1 dal 72′ in poi. L’esterno croato è determinante per annullare lo sbocco della Juventus di Allegri sul colombiano, pertanto la fascia destra juventina non è un problema. Idem a sinistra, dove Darmian si supera. L’uscita dal campo di Cuadrado equivale all’ingresso di una nuova Juventus, ma anche Perisic deve alzare bandiera bianca e con lui l’Inter “B” di Inzaghi. Se sta bene, il numero 14 nerazzurro deve giocare sempre. Insostituibile.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Juventus

COMMENTO – Inzaghi si adatta alle strategie di Allegri, rispondendo con la mezzala intercambiabile: Calhanoglu va sul centro-destra quando Barella deve aggredire sul centro-sinistra, dove la Juventus è più pericolosa. L’1-0 arriva anche in virtù di tale “disposizione” dinamica. Gli equilibri tattici cambiando dopo il vantaggio, ma soprattutto dopo il primo cambio obbligato (Bentancur al posto del più offensivo Bernardeschi). Inter addirittura sprecona in contropiede, molto meglio nelle ripartenze quando riesce a manovrare a pieno organico. La ripresa è esclusivamente a tinte bianconere. Il baricentro dell’Inter è troppo basso, la squadra si lascia schiacciare per difendere il vantaggio minimo e provare a ripartire. Logico che non possa bastare così. Il pareggio è il caro prezzo da pagare per questo approccio che annulla quello iniziale. Qualcosa di ormai ciclico. Non si possono lasciare altri punti per strada. Tutti allo stesso modo. L’Inter di Inzaghi gioca bene. Gioca meglio. Ma dura poco. Un tempo. Poco più, poco meno. La Juventus di Allegri viene rimessa in partita da un errore nel finale, che sarebbe potuto costare carissimo. L’1-2 non arriva solo perché non c’è più tempo, ma è nell’aria da quando Inzaghi perde i pezzi migliori. Prima Calhanoglu, poi Perisic, infine Barella. Anche Dzeko è a terra, ma non può uscire per mancanza di attaccanti in panchina (a parte Satriano…). Tutti stanchi perché costretti a straordinari. E non avendo alternative in rosa, Inzaghi deve schierare loro e sperare che reggano il più possibile. Reggendo tutta la squadra. Il giochino funziona quando l’avversario non è agguerrito come la Juventus di Allegri, a cui basta una mossa (sostituire Cuadrado, ormai annullato da Perisic) per giocare un’altra partita sconosciuta all’Inter di Inzaghi. Il resto vien da sé. L’1-1 di Inter-Juventus è il risultato giusto, ma resta l’amaro in bocca perché sarebbe bastato pochissimo per portare a casa tre punti (a quel punto sì, meritati).

OSSERVAZIONE – La partita cambia tre volte. Dopo i primi 20′, dopo un tempo e ancora di più dopo un’ora di gioco. I motivi sono banali. Episodi. L’Inter che trova il gol in superiorità numerica causa infortunio di Bernardeschi, quindi il primo cambio obbligato di Allegri. La ripresa con la Juventus che riparte dallo 0-1, quindi il primo cambio di Inzaghi. Anche questo obbligato, perché Calhanoglu non ne ha più. L’ultima mezz’ora è tutta nelle mani della Juventus, che domina la ripresa. Anche il gol del pareggio nasce da un episodio (leggerezza di Dumfries e VAR “salvifico” per la Juventus), ma sarebbe stata un’impresa difendere il vantaggio minimo fino al 95′. Perché l’Inter nel secondo tempo sparisce, piano piano. Le certezze sono due: Inzaghi prepara meglio di Allegri la partita, ma la legge peggio. I cambi sparigliano i piani di entrambi gli allenatori. Positivamente per Allegri, negativamente per Inzaghi. Nessuna lezione tattica, forse solo di mentalità. La paura di modificare l’assetto che rappresenta la “certezza” frena nuovamente Inzaghi. Avere una panchina non all’altezza della formazione titolare non aiuta, eppure è arrivato il momento di prendere in mano la situazione: la rosa è questa e bisogna giocare a calcio 100′ a partita. E magari evitare cambi “scontati”, che peggiorano il tutto. Testa all’Empoli, ora.

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