Lukaku più di Lautaro Martinez: il ruolo di Milito in Manchester City-Inter

Lukaku e Lautaro Martinez formano una coppia offensiva pressoché perfetta ma in Manchester City-Inter non saranno gli unici nerazzurri sotto la lente d’ingrandimento. Replicare quanto fatto da Milito nella storia dell’Inter è motivo di pressione per entrambi, ma per il belga un po’ di più. La candidatura ad attore protagonista in quel di Istanbul è aperta
TREDICI ANNI DOPO – Dici 2010 e dici Diego Milito, punto. Dici Triplete e dici Milito, fine. L’Inter più vincente in una sola annata si riassume con il nome del suo bomber. Non un semplice attaccante. Non un calciatore qualsiasi. Milito è il 30enne di provincia arrivato a Milano per riprendersi tutto quello che poteva essere suo già cinque anni prima. L’attaccante principe. Il Principe degli attaccanti. Oggi non c’è più Milito all’Inter e il peso del suo nome viene portato su più spalle. Quelle del connazionale Lautaro Martinez, suo figlio calcistico nel Racing Club de Avellaneda. E soprattutto quelle del centravanti Romelu Lukaku (vedi focus), che con il classe ’79 di Bernal condivide altre caratteristiche. Ad esempio quella di non aver mai vinto la Champions League (vedi focus) prima dei trent’anni. E l’occasione, tredici anni dopo lo 0-2 di Bayern Monaco-Inter, è unica più che rara in Manchester City-Inter (vedi focus). Il peso è sulle spalle del numero 90, che ha recuperato dai vari problemi fisici ed è pronto a dare il suo contributo in Turchia. Si parla giustamente dell’importanza di Lautaro Martinez per le sorti nerazzurre in Champions League, dimenticando che il profilo su cui è stato impostato tutto il progetto economico-finanziario ma anche tecnico-sportivo dell’Inter, in questa stagione come nel biennio contiano, è Lukaku. L’attaccante in prestito dal Chelsea, quindi solo di passaggio per ora all’Inter.
Il ruolo di Lukaku in Manchester City-Inter
MILITO O IBRAHIMOVIC? – Lukaku a Istanbul ha l’occasione di “vendicare” il passo falso di Colonia, nella Finale di Europa League persa con alla guida Antonio Conte (vedi focus). L’Inter si affidava al suo numero 9 ad agosto 2020 e magari lo farà nuovamente dal 1′ nel giugno 2023, qualora dovesse giocare Edin Dzeko, ma il numero 90 non farà da comparsa. Manchester City-Inter è una partita impronosticabile, che può anche essere decisa da un singolo episodio. Estemporaneo. Ciò che a Lukaku riesce bene, se messo nelle condizioni di farlo, al di là del minutaggio concessogli. E così può diventare il Milito di Simone Inzaghi (vedi focus). Solo così potrebbe giustificare l’investimento estivo dell’Inter, che ha scelto di riportarlo ad Appiano Gentile in prestito oneroso e con un ingaggio mostruoso pur non potendoselo permettere. Non sono le coppe nazionali vinte e i gol precedenti segnati a restare nella storia. Può bastare un gol, purché sia pesante. E decisivo. Servirà una prestazione da leader, senza alibi. Lukaku a Istanbul probabilmente ha l’ultima occasione per uscire dalla “categoria” degli Zlatan Ibrahimovic (vedi focus). Ed entrare nella lista dei Milito. Lautaro Martinez ha più tempo a disposizione e avrà più occasioni per farlo, probabilmente non solo con la maglia dell’Inter. Il classe ’93 belga ha questa Finale di Champions League per fissare il suo nome nella storia del calcio: Manchester City-Inter è l’ultima chiamata per Lukaku. E l’Inter da tredici anni aspetta un altro Milito, magari un Re.
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