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Marotta a Sky: “Inter, obiettivo trofeo nel 2019/2020. Sul mercato…”

Beppe Marotta, Amministratore Delegato Sport dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di “Sky Sport”. Dopo l’anticipazione di ieri e la conferenza stampa di oggi ecco le sue parole 

A che punto è il tuo lavoro all’Inter?

Sono molto orgoglioso di far parte di questo progetto e dell’Inter. I valori sono rappresentati nei trofei vinti e dagli uomini che ne fanno parte e dai loro valori che sono quello della vittoria, del lavoro e del senso d’appartenenza.

Questa è una stagione di profondo rinnovamento. Questo è un anno zero?

Questo è un punto di partenza. La società si è distinta per cercare di dare identità e stabilità finanziaria. Grazie alla proprietà e al management l’Inter è uscita del settlement agreement e ora inizia un nuovo percorso che ci porta ad alzare l’asticella verso traguardi più ambiziosi.

Com’è e cosa significa lavorare per il gruppo Suning e un presidente come Steven Zhang? Il tuo rapporto con lui?

Suning è un modello vincente dell’imprenditoria mondiale. I loro valori sono stati trasmessi nell’Inter grazie anche a Steven Zhang. La sua passione aumenta di giorno in giorno ed è un punto di riferimento per tutti noi per la sua semplicità e umiltà. È un grande stimolo lavorare insieme per raggiungere obiettivi importanti.

Com’è nata l’idea di portare Conte all’Inter?

L’idea è nata nell’ottica di trovare un profilo che racchiudesse quei valori che ho elencato prima. Sono orgoglioso di questa scelta. Posso dire che il nostro obiettivo è trovare continuità e stabilità.

Hai conosciuto anche il lato spigoloso di Conte. Come lo hai ritrovato?

L’ho trovato come prima. Le caratteristiche sono invariate. Lui è un grande motivatore per tutti. Cura tutti i particolari e in questo modo si raggiungono risultati importanti.

Esiste un metodo Marotta?

Non si tratta di un “Metodo Marotta”, è un metodo che deve essere utilizzato in tutte le comunità: significa avere delle regole precise, avere dei diritti, ma soprattutto dei doveri. E questi doveri devono essere sempre rispettati.

Come pensi di applicare all’Inter i criteri che hanno contraddistino il tuo percorso?

Il compito nostro è quello di porsi degli obiettivi. Noi vogliamo alzare l’asticella in Serie A e cercare di vincere la Coppa Italia che è un trofeo alla nostra portata. Deve esserci un mix tra squadra forte e risultati finanziari. Questo è un mix vincente. Nello sport e nel calcio non bisogna porsi dei limiti. Se si riesce a dare il meglio di sè e non si crea una cultura dell’alibi si può raggiungere anche un obiettivo straordinario.

Come si esce dalla situazione Icardi e Nainggolan?

Per quanto riguarda Nainggolan e Icardi servono chiarezza e trasparenza. Sono degli ottimi giocatori e talenti, ma non basta. Abbiamo avuto modo di parlare con schiettezza ai diretti interessati e abbiamo spiegato la presa di posizione della società: non rientrano nel nostro progetto, lo dico con trasparenza e con rispetto. Entrambi sanno di questa situazione, ma non significa che le loro capacità siano state sminuite. Icardi è sul mercato, ma bisogna anche rispettare gli aspetti contrattuali, che prevedono che comunque il calciatore debba prendere parte agli allenamenti. Non vogliamo venire meno ai nostri doveri. Poi ci sono anche dei diritti, come quello dell’allenatore di scegliere la formazione che scende in campo.

Ti risultano incontri tra Wanda Nara e la Juventus? L’argentino è un obiettivo possibile per i bianconeri?

Nei giorni scorsi ho appreso di questo presunto incontro sui giornali. Non c’è motivo di nasconderlo. Noi siamo disposti ad aprire una negoziazione se qualche squadra è interessata a lui.

Conte vuole un’Inter muscolare e di lotta?

Si sa che Conte tra i suoi pregi la volorizzazione massima delle sue risorse. Interpreta nel migliore dei modi la parte agonistica. Godin, Lazaro e Sensi rappresentano un giusto mix.

Dzeko e Lukaku?

Sono due profili interessanti e differenti per età. Sono nostri obiettivi.

Barella?

Da parte nostra c’è voglia di poter definire questa operazione. Ovvio che il Cagliari detenendone i diritti può chiedere la cifra che desidera. Stiamo negoziando perché rappresenta dei valori importani. Lui è un giocatore italiano e una squadra italiana deve avere uno zoccolo duro di italiani per fare bene e raggiungere obiettivi importanti. I calciatori italiani capiscono meglio il campionato e possono trasmettere i propri valori ai giocatori esteri. L’Italia calcistica ha non solo grandi allenatori, ma anche grandi giocatori.

Cosa ne pensa del calcio femminile e del movimento visto anche l’arrivo dell’Inter in Serie A?

Devo dire che abbiamo assistito a uno spot bellissimo rappresentato dai Mondiali. Il fatto che le bambine si avvicinano è socialmente rilevante e noi dirigenti dobbiamo sviluppare questo movimento. Dietro una palla che corre ci sono tante emozioni.

Sei rimasto milanese anche negli anni di Torino. Quella che trovi ora dalla nuova sede è una Milano diversa.

Sisì. Questa è una Milano che guarda al futuro non solo romantica.

Olimpiadi 2026, come hai vissuto questa assegnazione?

Sono rimasto colpito dalla gioia e dal senso di appartenenza vista nelle immagini che arrivavano da Losanna. Sta a noi come Inter creare uno spot di supporto, ovvero un’Inter vincente.

Arrivi dalla Juventus. C’è l’elemento di rivincita?

La Juventus è stata una parte della mia vita importante, ma ora rappresenta il passato. Ora guardo al presente e al futuro con l’Inter. Cercherò di arrivare più in alto possibile con l’Inter.

Dove trovi gli stimoli?

Ognuno di noi ha nel proprio DNA l’adrenalina e la voglia di cercare delle nuove sfide in continuazione. Cerco di vincere con l’Inter così come da ragazzino cercavo di vincere con il Varese.

Cos’è l’Inter?

È una storia, un’insieme di risultati, un brand forte. Sono contento di far parte di questa società. Il calcio è la palestra della vita fatta di vittorie e sconfitte con la voglia di rialzarsi quando si cade

 

 

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