Spalletti out? No! Ecco perché all’Inter conviene tenerlo stretto
Secondo le voci degli ultimi mesi, quelle che mancano fino a fine campionato potrebbero essere le ultime settimane di Luciano Spalletti sulla panchina dell’Inter. Ma è davvero la scelta giusta? Ecco perché, invece, ai nerazzurri converrebbe proseguire con l’attuale tecnico
PROGETTO – Tra molti tifosi dell’Inter e Luciano Spalletti sembra non correre buon sangue. Dopo quasi ogni partita (vinta o persa), infatti, non è raro trovare sui social lo slogan “#SpallettiOut”, che tiene ormai banco da diversi mesi. Ma è davvero questa la scelta migliore per la società nerazzurra? Attualmente il tecnico di Certaldo è sotto contratto fino al 2021, con un ingaggio di 4 milioni annui. Un eventuale esonero significherebbe avere due allenatori a libro paga, con evidenti ripercussioni sia sul mercato che sul bilancio societario. Ma non solo: negli ultimi due anni con Spalletti sulla panchina della squadra è iniziato un innegabile percorso di crescita.
CRESCITA – Certo, siamo tutti d’accordo che sul piano del gioco non ci siano stati grandi progressi, ma sul piano dei risultati invece sì. Lo scorso anno l’Inter è tornata in Champions League, un obiettivo che i suoi predecessori avevano fallito a raggiungere e una competizione a cui i nerazzurri mancavano dal lontano 2012. Non solo, attualmente – al 17 aprile 2019 – il tecnico nerazzurro sta riuscendo addirittura a migliorare quanto fatto la stagione passata, con una rosa non molto più competitiva (degli acquisti effettuati in estate, solo de Vrij, Lautaro Martinez e in parte Politano e Asamoah stanno spiccando, a fronte della mancanza di due pezzi importanti nella scorsa stagione come Cancelo e Rafinha) e con tutti i casi che hanno tenuto banco nello spogliatoio, come quello di Nainggolan, di Perisic e quello più clamoroso, ovvero tutta la questione legata a Mauro Icardi e alla fascia di capitano.
RINASCITA – Non solo: sotto la guida di Luciano Spalletti, l’Inter ha recuperato e rivalutato un giocatore come Marcelo Brozovic. Il centrocampista croato è passato dall’essere praticamente già ceduto all’essere il perno del centrocampo dell’Inter. Ma il merito di Spalletti è stato anche quello di lanciare – anche se, va detto, solo per necessità – Lautaro Martinez, uomo fondamentale per la vittoria nel derby di Milano. A proposito di derby: con il tecnico toscano sulla panchina, sono state ben 3 le vittorie e 1 pareggio nella stracittadina in 4 partite. Con le vittorie dello scorso anno sulla Roma e sulla Lazio in trasferta e la vittoria contro il Napoli a San Siro di quest’anno, Spalletti ha anche dimostrato di saper affrontare nel miglior modo gli scontri diretti.
PRO E CONTRO – Naturalmente non tutto è rose e fiori: sono diversi infatti i demeriti del tecnico, specialmente nella gestione dello spogliatoio, nelle dichiarazioni spesso sopra le righe e nella lettura di alcune partite. Un esempio è Inter-PSV, dove i nerazzurri erano chiamati a vincere per qualificarsi agli ottavi di Champions League, ma un atteggiamento troppo rinunciatario ha portato a un pareggio fatale. È altresì vero che se i nerazzurri hanno avuto la possibilità di arrivare a giocarsi la qualificazione all’ultima giornata, in un girone che ha visto il Barcellona arrivare in semifinale e il Tottenham a giocarsi concretamente le possibilità di entrare fra le prime quattro di Europa, il merito è stato sempre del tecnico. Ecco perché, anche alla luce dei possibili (e pochi…) sostituti, un altro anno con Luciano Spalletti in panchina converrebbe anche all’Inter. Ma a quel punto, con una formazione migliorata negli uomini e nella qualità, non ci saranno più scuse. Avanti con il tecnico da Certaldo dunque, ma con riserva.