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Inter, Barella ti fa godere. L’ex Cagliari lavora ‘box-to-box’. Conte gongola

Nicolò Barella si è preso ufficialmente l’Inter. Antonio Conte stravede per lui. I tanti soldi spesi in estate per acquistarlo sembrano solo un ricordo pallido e sbiadito. 

SQUARCIAGOLA – Nicolò Barella ha l’argento vivo addosso. La perla con cui ha steso il Verona, sabato pomeriggio, ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai tifosi nerazzurri. E i quarantacinque milioni, spesi per il suo acquisto, sono sembrati un semplice contorno amarognolo utile per accompagnare, e valorizzare, la portata più importante. Ha buttato giù la porta, da un angolo simile a quello che sfruttò Stevan Jovetic per regalare la vittoria, al fotofinish, all’Inter di Roberto Mancini contro un’Atalanta pre gasperiniana. Le storie del montenegrino e dell’ex Cagliari saranno estremamente diverse, sia per DNA calcistico che per attitudine al sacrificio. In mezzo, il comune urlo del Meazza a pochi istanti dalla sirena. È un urlo di liberazione, misto alla consapevolezza di avere tra le mani un campioncino in erba.

PADRE E FIGLIO ADOTTIVO – Barella è l’uomo di Antonio Conte. Il tecnico leccese lo ha incensato pubblicamente e, forse, nel classe ’97 rivede la sua febbricitante voglia di incidere. In panchina come in campo, tra Barella e Conte passa un fil rouge di empatia che accompagna l’Inter oltre l’ostacolo scaligero. Arrivato non esattamente in punta di piedi, all’ex Cagliari è bastato il primo scorcio di stagione per scrollarsi di dosso l’etichetta da investimento eccessivo. Il siluro che trafigge il Verona, poi, è soltanto la conferma che l’Inter, una volta tanto, ha sguinzagliato un centrocampista in grado di camminare sulle acque.

FUTURO BRILLANTE – L’ardore agonistico è una sua prerogativa, che pian piano sta lasciando la scena al talento oggettivo. Profondità polmonare da far invidia a chi dalla Sardegna era partito e in Sardegna è tornato. Passato il settantesimo, Nicolò Barella prende quota e velocità, dando l’impressione di marciare al triplo della velocità rispetto a compagni e avversari. Uomo ovunque che ricorda i tempi d’oro dei tuttocampisti ‘box-to-box’, marchio di fabbrica della Premier League. Da Cagliari a San Siro, l’Inter deruba l’oro di Sardegna, ma salda il suo debito restituendo il figliol prodigo Nainggolan alla terra che lo ha svezzato. Il belga incanta nello stesso fine settimana in cui Barella si prende la scena alla “Scala del Calcio”. Il destino, probabilmente, ha già espresso la sua sentenza.

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