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Icardi, attesi i fischi di San Siro per Inter-Atalanta. Lui è “sordo”. A cosa serve?

Oggi è il giorno di Inter-Atalanta, praticamente uno scontro diretto in ottica corsa Champions. La sfida contro la ‘Dea’  segna anche il ritorno in campo di Mauro Icardi a San Siro dopo due mesi di assenza, le presenze sugli spalti ovviamente non contano. Tutti si chiedono come verrà accolto, la risposta è quasi scontata ma ciò che va sottolineato è l’inutilità di un’accoglienza “rumorosa”. Ecco perché

IL GRANDE RITORNO – Mauro Icardi torna a calcare il prato verde di San Siro dopo l’auto sospensione durata due mesi in seguito alla diatriba sulla fascia di capitano. L’attaccante, già titolare nella precedente sfida contro il Genoa, nella quale ha segnato un gol e confezionato un assist per Ivan Perisic, torna a giocare davanti ai suoi tifosi. Tifosi che gli hanno sempre voluto bene, Curva Nord a parte, ma che ora sono giustificatamente arrabbiati. Inutile anche solo chiedersi quale sarà l’accoglienza per il numero 9, buona parte dello stadio non vede l’ora di manifestare il proprio dissenso per il comportamento alquanto irrispettoso dell’argentino. Ma siamo sicuri che serva?

CONTESTAZIONE INUTILE – La risposta è semplice, e lo è per due motivi. Innanzitutto, come ha detto anche Luciano Spalletti, l’Inter ha bisogno di Icardi e dunque sfrutta le sue qualità da attaccante di razza. Il tifoso questo lo sa e siccome allo stadio si va per tifare l’Inter, dovrebbe essere solo quello l’interesse. Vuoi fischiarlo appena entra in campo? Va bene, ci può stare. Poi però si deve spingere la squadra alla vittoria, perché gli eventuali tre punti contro l’Atalanta significherebbero qualificazione in Champions quasi certa. In secondo luogo Icardi ha dimostrato più di una volta, partita con il Genoa compresa, di essere “sordo”: non sente fischi, non sente insulti e tira dritto per la sua strada. La pressione non fa parte del suo bagaglio, per cui il tifoso non avrebbe nemmeno la soddisfazione di una reazione plateale, se di soddisfazione si può parlare. Il campionato volge ormai al termine, l’Inter è terza e deve difendere con le unghie e con i denti la sua posizione. Tutti gli altri discorsi slittano a fine stagione, quando a bocce ferme e mente fredda ci sarà tempo di ragionare su tutto.

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