Ulivieri: “Serie A? Serve ancora una settimana. Ora salviamo il salvabile”
Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, ha rilasciato una lunga intervista a “Tutto Mercato Web Radio”. Si è parlato inevitabilmente della ripresa del campionato di Serie A e non solo
TAMPONI – Renzo Ulivieri ha prima parlato dei positivi al Coronavirus nel calcio: «Di tredici società che hanno fatto i controlli ci sono dieci positivi, di cui sette calciatori e tre dello staff. Sono numeri bassi, e viene da pensare che il contagio l’abbiano preso da altre parti. Indubbio che il 100% di sicurezza non l’avremo mai e che nuovi casi ce ne saranno, se uno fa la vita normale. Inutile partire se al primo positivo poi si ferma tutto».
ALLENATORI – Ulivieri ha poi parlato della categoria che rappresenta, gli allenatori: «Loro sono figure intermedie, e con qualche anno in più può darsi che abbiano maggior distacco. Non ho sentito tutti, ma va considerato che seguono le linee della società: in linea generale ho avvertito grande disponibilità ad aiutare in un momento di difficoltà, e parlo degli allenatori di alto livello. Tutti parlano di economia, anche il mio barbiere: perché il calcio non dovrebbe? Ci sono centinaia di migliaia di lavori dipendenti, si va sul milione. Chiaro che anche noi dovremo parlare di economia e fare due conti, altrimenti vorrebbe dire vivere sulla Luna e non prendersi cura di queste persone».
RIPRESA – Ulivieri ha concluso parlando della possibile ripresa della Serie A: «Credo serva ancora una settimana, ci sono ancora dei protocolli da rivedere. Ma nel mondo, a parte la Francia, stanno partendo tutti. Una considerazione va fatta nell’ottica di salvare il salvabile, anche economicamente e lo dico senza vergogna. Poi si pensa alla prossima: in gioco non ci sono solo contratti di alto livello, ma stipendi di centinaia di migliaia di persone. Noi dell’Assoallenatori abbiamo detto di tutelare stipendi inferiori a 30.000 euro, e qui non vorremmo discutere. Per altre situazioni ci sediamo al tavolo».